- condotto al luogo dell'esecuzione, in pubblica piazza;
- spogliato nudo e legate le mani dietro la schiena;
- impiccato, ma non fino alla morte;
- castrato vivo, con il taglio del pene e dei testicoli;
- eviscerato senza ledere gli organi vitali;
- le parti virili e le interiora bruciati davanti ai suoi occhi;
- decapitato;
- squartato: il suo corpo diviso in quattro parti;
- i quarti del suo corpo appesi in diversi angoli della città;
- la testa conservata nella Torre di Londra.
lunedì 13 giugno 2022
Qual è la peggior morte che poteva venire inflitta ai condannati nel Medioevo
domenica 12 giugno 2022
La gente del medioevo cenava tardi?
La maggior parte non ha cenava. Né facevano colazione e pranzo. In realtà spesso non seguivano lo schema dei tre pasti. Nel nord Europa le persone mangiavano secondo uno schema a due pasti. Avevano un pasto principale a metà mattina e un pasto secondario a metà pomeriggio. Come mai? A causa di ciò.
Sì, è un interruttore della luce molto pratico. Premi il pulsante e si accende una luce elettrica. Ne ho uno nella stanza che sto scrivendo in questo momento. Posso allungare la mano e spegnerlo quando voglio. Cosa succede quando lo spengo? Tutta la luce se ne va. Ho bisogno di trovare le mie pantofole al tatto, e per camminare con cautela almeno mi imbatto in qualche oggetto. Le case medievali (ma anche le case moderne e le prime case contemporanee) erano buie di notte. E intendo seriamente buie.
I ricchi potevano permettersi delle candele, che erano scandalosamente costose. Anche i ricchi usavano il minor numero possibile di candele perché erano così costose. Gli altri avevano luci di punta e lanterne a olio, che erano meno costose perché potevano essere fatte a mano e usavano grasso vecchio come combustibile, ma facevano ancora meno luce e sfrigolavano e bruciavano velocemente. Ciò rendeva quasi impossibile cucinare dopo il tramonto e piuttosto difficile da mangiare dopo il tramonto.
Per la maggior parte le persone facevano buon uso della luce del sole, mangiando il primo pasto della giornata dopo un tempo abbastanza lungo quanto necessario per cucinare un pasto completo da zero, quindi diciamo 3 ore dopo l'alba (non dimenticare che dovevano prima fare il fuoco), e l'ultimo pasto della giornata dovrebbe finire abbastanza presto da permettere alle persone di finire di mangiare mentre c'era ancora abbastanza luce. A volte i ricchi potevano permettersi di organizzare una festa che si prolungava oltre il tramonto. Servire il cibo dopo che si era fatto buio era considerato molto sofisticato per il semplice motivo che sarebbe costato molto bruciare abbastanza candele e lanterne per creare abbastanza luce per consentire di mangiare. E anche così la luce era tutt'altro che illuminata. Vai nella tua stanza, chiudi la porta e spegni tutte le luci tranne quella di lettura. Quella piccola luce sarebbe stata molto brillante per gli standard premoderni, ed è ancora dove le persone non hanno una scorta di luce elettrica.
sabato 11 giugno 2022
Come sono nati e si sono sviluppati i Comuni nel Medioevo in Italia?
Semplificherò molto perché è un argomento davvero complesso che meriterebbe di essere approfondito con i testi che consiglio in calce.
In breve i Comuni nel Centro-Nord d'Italia nacquero soprattutto a causa della mancanza di un potere centrale diretto.
Difatti l'Italia Centrale e Settentrionale facevano parte del Sacro Romano Impero e degli Stati Pontifici.
A partire dall'anno 1000 ci fu una
certa ripresa dei commerci e delle mercature, oltre a un
ripopolamento delle città.
Va anche detto che le città italiane,
quasi tutte fondate o rifondate in epoca romana, ebbero sempre un
ruolo piuttosto significativo: non decaddero mai totalmente, come
spesso accadde in altre regioni d'Europa.
Non ultimo fattore
furono le diocesi: molte città italiane avevano mantenuto una certa
rilevanza in quanto sedi vescovili. Anche qui il rapporto tra Comuni
e diocesi è inequivocabile.
Attorno quindi a questo rifiorire cittadino si costituirono spontaneamente una sorta di associazioni di arti e mestieri, un qualcosa di vagamente simile ai moderni consorzi o comitati di quartiere.
All'inizio queste consorterie avevano
lo scopo, appunto, di proteggere i loro commerci sia dalla
concorrenza delle città vicine che dalle prevaricazione dei signori
feudali (a cui teoricamente spettava il controllo di quel
territorio).
In seguito assunsero dei veri e propri ruoli
politici, estromettendo di fatto i duchi, conti e marchesi e
diventando dei veri e propri Stati indipendenti, con tanto di
elezione di propri magistrati, battitura di proprie monete e la
costituzione di eserciti.
Tutto questo avvenne in un momento di debolezza sia del potere imperiale (perennemente occupato in diatribe con la Francia, coi principi tedeschi e poi con il papa) che di quello pontificio, dato che fino al XIV secolo l'effettiva sovranità del papa sui suoi Stati sarà ridotta al solo Lazio.
Poi furono avvenimenti successivi come
la lotta con il Barbarossa a decretare la definitiva consacrazione e
legittimazione del governo comunale.
Contribuì a questo il favore
dei pontefici che, allo scopo di indebolire l'Impero, sosterranno la
legittimità dei Comuni stessi.
In seguito l'esperienza comunale declinerà progressivamente, sia per fattori interni che esterni.
I fattori interni furono che le
continue lotte al loro interno (guelfi contro ghibellini, popolo
grasso contro popolo minuto, scontri tra le principali famiglie
nobiliari, ecc.) porteranno alla fine all'accentramento da parte di
un singolo soggetto della maggior parte dei poteri.
Quasi sempre
poi questa persona otterrà anche formalmente, dal papa o
dall'imperatore, l'investitura nobiliare (signore, conte, marchese o
duca) per legittimare il proprio ruolo.
Questo sarò il famoso
passaggio da Comune a Signoria, che in molti casi sarà lunghissimo
(come in Toscana), in altri molto più veloce (Mantova o Milano).
Il fattore esterno fu che l'estrema
parcellizzazione comunale non durò molto. Ben presto i Comuni più
piccoli vennero fagocitati da altri, semplificando alquanto la
cartina politica dell'Italia del tempo.
Per esempio Venezia tra
gli inizi del Trecento e la metà del Quattrocento conquistò tutto
l'attuale Veneto, sottomettendo le principali città (peraltro già
diventate signorie) precedentemente autonome.
Milano già in età comunale conquistò molte importanti città confinanti e tale fenomeno sarà ancora più accentuato sotto i Visconti.
Persino i papi, a metà del Trecento, cercheranno di mettere ordine nei propri territori (vedi le "imprese" del cardinale Albornoz) anche se la conquista definita dei territori pontifici avverrà soltanto in epoca rinascimentale con strascichi fino al Seicento.
In ultimo va detto che anche in altre
parti d'Europa si assisterà a fenomeni simili ai Comuni
italiani.
Molti di essi però saranno effimeri, soprattutto in
zone, come la Francia, dove esisteva un potere monarchico piuttosto
forte che li farà terminare quasi sul nascere.
Invece altri "esperimenti" come la Lega anseatica o, ancora meglio, l'originaria Svizzera, ebbero maggior fortuna, potendo contare su condizioni geografiche maggiormente favorevoli e un potere centrale meno diretto.
venerdì 10 giugno 2022
Cosa accadeva se prima di un duello moriva uno dei due contendenti?
Nel 1536, a Modena, veniva dato alle stampe il trattato di scherma intitolato “Opera nova de Achille Marozzo bolognese, mastro generale de l’arte de l’armi”.
Scritto dallo spadaccino Achille Marozzo, è l’opera più rappresentativa della scherma rinascimentale secondo lo stile della scuola bolognese che spodestò nel ‘500 la scuola tedesca dominante nel Medioevo.
Il manuale non è solo tecnico: il maestro forma l’allievo anche sul codice cavalleresco e sulla procedura del duello giudiziario.
Ad esempio, per sottrarsi ad un duello, si dovevano presentare giustificazioni validissime, pena l’accusa più disonorevole, l’infamia.
E non serviva nemmeno morire.
Se lo sfidato o sfidante moriva prima del duello, si chiamava un medico a verificare che il decesso non fosse stato causato dalla paura. In tal caso, il giudice decretava vincitore il sopravvissuto.
giovedì 9 giugno 2022
William Wallace era davvero un abile guerriero come si vede nel film?
Wallace era un cavaliere vero e proprio, quindi è plausibile che se ne andasse in giro abbigliato così:
Il suo esercito viene completamente storpiato nel film di Braveheart:
Le armi che vengono issate sopra le loro teste (a parte quella strana cosa a forma di corno sulla destra) sono accurate. Si vede un falcione, un martello da guerra piuttosto realistico, una spada e molte asce danesi. L'ascia a due mani era meno comune delle altre 2 ma vabbe' sto divagando.
La roba che indossano, invece, è a dir poco terribile.
La vernice sui loro volti è pitta, non scozzese. - 1200 anni in ritardo rispetto alla moda del tempo.
L'armatura di pelle fa semplicemente schifo. Vestiti più spessi sarebbero stati più efficaci. Roba fantasy.
Lo "stemma" che molti sembrano indossare è abbastanza accurato, ma molto probabilmente non così diffuso come mostrato negli spettacoli cinematografici.
Il Kilt divenne una moda solo nel 16esimo secolo. -Qui siamo trecento anni in anticipo.
Gli scudi rotondi sono abbastanza accurati e rimasero popolari a lungo.
L'esercito di Wallace non sarebbe stato molto diverso da quello inglese, a parte l'araldica. L'esercito scozzese che gli inglesi avrebbero dovuto fronteggiare in battaglia sarebbe più o meno apparso così:
niente a che vedere con i contadini della seconda foto in alto…
mercoledì 8 giugno 2022
Chi era definita la “tigre di Forlì”?
“Ella era savia, animosa, grande: complessa, bella faccia, parlava poco; e tra i soldati a piè, e a cavallo era temuta assai, perche quella donna coll’armi in mano era fiera e crudele”.
Così veniva descritta dallo storico Bartolomeo Cerretani la contessa Caterina Sforza.
Nella sua veste di raso, con in testa uno sfarzoso cappello di velluto, in vita una cintura da uomo con la scarsella piena di ducati e la spada sguainata, si occupava tanto di ridurre le tasse al popolo e dei figli, quanto all’addestramento delle milizie.
Le terre di Caterina si trovavano in una posizione geografica fondamentale e spesso combatté insieme ai suoi uomini: si guadagnò sul campo l’appellativo di “tigre di Forlì”. Fu stanata però da Cesare Borgia che si appropriò dei suoi domini.
L’indole guerriera l’aveva ereditata dagli Sforza e l’avrebbe lasciata anche all’ultimo della sua prole: quel Giovanni dalle Bande Nere futuro capitano di ventura.
martedì 7 giugno 2022
Chi fu il più grande falsario del Medioevo?
Uno dei più grandi falsari di sempre fu Pietro Ramponi, nobiluomo bolognese vissuto tra il 1385 e il 1443.
Ramponi fu autore di opere storiche sul passato della propria famiglia e della città di Bologna.
Fino a qui, tutto bene. Salvo il fatto che Ramponi alterò la storia per dipingere un passato glorioso, completamente inventato.
Invece di citare adeguatamente le fonti dei suoi racconti, Ramponi inserì i suoi antenati in contesti e vicende storiche ove non vi erano mai stati!
Uno degli esempi più eclatanti è contenuto nella "Cronaca Villola", che parla della storia di Bologna. In questa monografia, Ramponi sostituì i nomi di vari personaggi storici con quelli dei suoi familiari. Cambiò, ad esempio, il nome del cavaliere "Guido Griffoni" in "Guido Ramponi".
Inserì anche un suo ipotetico ascendente nella corte di Carlo Magno.
L'apice (in tutti i sensi) lo raggiunse parlando delle torri cittadine: scrisse che quella della sua famiglia era la più antica di Bologna!
Un vero e proprio impostore della storia.