lunedì 10 ottobre 2022

Il Medioevo non era grigio: sfatando il mito delle mura spoglie


Quando si pensa al Medioevo, l’immaginario collettivo spesso visualizza castelli tetri con pareti di pietra spoglie, corridoi freddi e stanze illuminate solo da torce tremolanti. Film, serie TV e persino libri illustrati hanno contribuito a cementare questo stereotipo: le mura nude, il marmo grigio, l’assenza di colori o decorazioni. Ma la realtà storica è molto diversa: il Medioevo era tutt’altro che grigio e monotono, almeno per chi poteva permetterselo.

Guardando un film ambientato in epoca medievale, è quasi automatico notare che le stanze del castello sembrano semplici grotte: pietra nuda, intonaco grezzo o colorazioni monocrome. Questa scelta è spesso dovuta a questioni pratiche: girare in set più elaborati costerebbe troppo e, per il pubblico moderno, la pietra spoglia comunica immediatamente “antico” e “storico”. Ma la realtà era molto più ricca e complessa.

I nobili medievali investivano ingenti somme per decorare le loro dimore. Le mura interne non erano semplicemente “pietra e mattoni”: erano spesso ricoperte di intonaco colorato, affreschi elaborati, arazzi e pannelli dipinti. Questi elementi non solo abbellivano lo spazio, ma servivano anche a comunicare prestigio, potere e cultura. Una sala riccamente decorata dimostrava che il signore aveva il denaro e l’influenza per assumere artisti e artigiani, oltre a sottolineare la sua erudizione e il suo gusto estetico.

Le pareti di molte residenze nobiliari medievali erano dipinte con scene di caccia, battaglie, mitologia e genealogia familiare. Questi affreschi non erano meri ornamenti: avevano una funzione narrativa, educativa e simbolica. Durante i banchetti o le visite ufficiali, le decorazioni ricordavano a ospiti e dignitari la potenza del signore di casa, i suoi legami dinastici e le sue virtù guerriere.

Inoltre, durante l’inverno, quando le giornate erano brevi e le mura assorbivano il freddo, decorazioni colorate e tessuti appesi alle pareti rendevano gli ambienti più caldi, accoglienti e luminosi. Senza queste decorazioni, vivere in un mastio sarebbe stato quasi insopportabile per chi non fosse stato abituato alle dure condizioni del tempo.

Contrariamente alla credenza popolare, il Medioevo non era un’epoca di tonalità monocrome. I tessuti, i dipinti murali e i mobili erano spesso vivacemente colorati: rosso intenso, blu profondo, oro e verde smeraldo erano comuni nei castelli e nelle case dei ricchi. Gli arazzi servivano anche a isolare termicamente le stanze, offrendo un doppio vantaggio estetico e pratico.

Le cattedrali seguivano lo stesso principio. Le loro mura interne erano spesso ricoperte di affreschi che raccontavano storie bibliche, vite dei santi e leggende locali. Questi dipinti, spesso finanziati dai mecenati, non erano semplicemente decorazioni: erano strumenti didattici per una popolazione per lo più analfabeta. Solo in epoche successive, quando la manutenzione di tali opere d’arte divenne troppo onerosa, molte chiese occidentali lasciarono le mura spoglie, mentre nelle tradizioni ortodosse orientali i colori e gli affreschi rimasero centrali.

La rappresentazione di castelli spogli nei media ha contribuito a diffondere il mito che il Medioevo fosse un periodo cupo, povero e “grigio”. In realtà, il colore e la decorazione erano indicatori di ricchezza e status sociale. Pensare a un re in un farsetto di velluto blu seduto in una stanza con mura grigie e fredde è storicamente errato: le sue stanze avrebbero probabilmente rispecchiato il lusso e la raffinatezza del suo abbigliamento.

Questa discrepanza tra realtà e rappresentazione cinematografica è uno dei miti più persistenti del periodo medievale. L’idea del castello come una “fortezza fredda e spoglia” è stata ripetuta così tante volte da diventare quasi sinonimo di Medioevo, ma è una semplificazione estrema che ignora la complessità sociale, economica e artistica dell’epoca.

Perché allora così tanti film e programmi televisivi mostrano castelli spogli? Ci sono diversi motivi:

  1. Budget e praticità: costruire set elaborati e dipingerli con affreschi realistici è costoso. Una pietra nuda comunica subito il concetto di “vecchio” senza grandi investimenti.

  2. Stereotipi visivi: il pubblico associa castelli medievali a freddo, pericolo e austerità. Questa immagine è diventata convenzionale, e i registi tendono a seguire ciò che il pubblico si aspetta.

  3. Narrativa cinematografica: ambienti spogli mettono in risalto i personaggi e le azioni, senza distrarre con dettagli decorativi complessi.

Queste scelte stilistiche, pur comprensibili, hanno però contribuito a diffondere falsi miti storici che persistono ancora oggi.

Gli studi archeologici e storici hanno confermato che il Medioevo, per chi poteva permetterselo, era un’epoca sorprendentemente colorata e decorata. I castelli, le case nobiliari e le cattedrali erano spazi vivaci, ricchi di tessuti, dipinti e simboli di status. Anche gli interni più modesti avevano spesso decorazioni, seppur più semplici, per migliorare l’abitabilità e il comfort.

Il mito delle mura nude è quindi uno dei più grandi fraintendimenti del Medioevo. Smentirlo aiuta non solo a comprendere meglio la storia dell’arte e dell’architettura, ma anche a rivalutare la vita quotidiana dei nobili e delle corti medievali.

Il Medioevo non era un periodo grigio e monotono, né i castelli erano freddi e spogli. Gli interni erano spesso decorati con affreschi, arazzi, tessuti e colori vivaci, che riflettevano il prestigio dei proprietari e miglioravano la qualità della vita. La narrazione popolare e cinematografica ha contribuito a creare un mito persistente e fuorviante: quello di un’epoca cupa, austera e povera di estetica.

Comprendere la realtà dietro questo mito ci permette di apprezzare la complessità del Medioevo e di riconoscere che la vita, per chi aveva mezzi e potere, era molto più colorata, sofisticata e ricca di quanto ci sia stato insegnato a scuola o mostrato sul grande schermo.

Quindi, la prossima volta che guardate un film medievale con mura grigie e spoglie, ricordate: il Medioevo era tutt’altro che marrone e puzzolente, e le sue stanze erano veri e propri scrigni di colore e arte.