L'omosessualità era un "argomento caldo" durante il Medioevo, ma l'attenzione era solitamente concentrata sugli uomini.
Di conseguenza, si parla molto poco dell'omosessualità femminile. Una delle poche leggi medievali riferite proprio alle lesbiche viene dal trattato francese della metà del XIII secolo Li Livres de jostice et de plet (Il libro della giustizia e dei motivi).
Le lesbiche ricevevano una punizione pressoché analoga a quella riservata per gli uomini omosessuali: mutilazione per i primi due episodio e rogo per il terzo.
L'omosessualità femminile era considerato un problema medico causato da uno di questi due disturbi: il primo proveniva dall'antico medico greco Galeno, che ipotizzò che la mancanza di sesso causerebbe un accumulo di semi nell'utero. Il trattamento prevedeva un orgasmo, generalmente provocato da un'ostetrica con un impiastro caldo.
L'altra condizione era chiamata "ragadia dell'utero". Si credeva che le donne potessero sviluppare protuberanze simili a un pene al di fuori delle loro vagine, il che le avrebbe spinte al desiderio di fare sesso con altre donne.