sabato 26 febbraio 2022

Perché così tanti manoscritti medievali raffigurano cavalieri che combattono lumache giganti



Gli esperti darebbero spiegazioni colte, ricche di metafore: il cavaliere contro i villici (rappresentati dalla lumaca) o qualche allegoria religiosa che spiega il tutto.
Vi propongo la mia umile spiegazione: prenditi un momento per esaminare alcune immagini:


Qui sopra il Cavaliere viene colpito dall'attacco della lumaca, e la lumaca è quasi a misura d'uomo.


Qui sopra la lumaca è più piccola e sembra sputare sul cavaliere che sembra un pò preoccupato al pensiero di essere ricoperto di bava.


Due lumache contro un solo cavaliere: è un combattimento che va contro il Codice Cavalleresco, e mostra che le lumache sono senza onore.
Questo cavaliere sembra aver perso il suo cavallo e si sta trasformando in un uomo-leone-drago e regge una lancia che va ben oltre le teste delle lumache.


Poveraccio! Questo povero cavaliere ha perso cavallo, armatura, lancia, spada e tutto il resto ed è ridotto a chiedere pietà al suo nemico ancora corazzato. Se un compagno cavaliere lo vedesse, non potrebbe fare altro che ridere a crepapelle!
Nell'ultima immagine, il cavaliere ha abbandonato il suo Codice Cavalleresco, chiamando il suo scudiero e


una signora contro questa lumaca dalla testa di coniglio. Penso che la signora brandisca una pala!
Ora per rispondere alla domanda.
Perché penso che i monaci abbiano disegnato immagini così strane?
Lasciate che vi presenti Fratello Bernardo. I suoi genitori non potevano permettersi di tenerlo così lo hanno donato al monastero all'età di 5 anni. Quello è un RAGAZZINO.


Man mano che cresceva, i monaci lo assegnarono a diverse aree del monastero per vedere quali abilità avesse. Bernardo scoprì presto di avere un'affinità per gli animali, in particolare i muli e i cavalli dell'Ordine. Sperava di essere assegnato alle stalle, prendendosi cura degli animali che amava e che ricambiavano il suo amore.
Ma - i suoi superiori scoprirono che aveva un piccolo talento per il disegno e questo segnò il suo destino. Trascorreva la vita chiuso in casa, copiando qualunque opera gli assegnassero. Bernardo avrebbe copiato senza pensarci un manoscritto dopo l'altro, all'infinito. Invece di caldi animali viventi, avrebbe toccato solo pelli secche.
Quindi, ai margini dei manoscritti e nei minuscoli spazi dei capilettera miniati, sfogava le sue frustrazioni disegnando scene fantastiche e immaginarie. Avrebbe deriso il cavaliere e lo scudiero che cavalcavano i cavalli che desiderava tanto.
Forse Bernard immaginava sè stesso come una lumaca - intrappolata nel guscio duro del monastero.
Guardo i piccoli disegni e sorrido, ma con tristezza.