La sovrana Isabella di Castiglia (1451-1504) portava avanti con estrema tenacia la sua missione: condannare gli eretici.
Il suo fervore religioso faceva condannare molte persone tacciate di stregoneria e così grandi roghi venivano appiccati in tutta la Spagna.
Sua figlia Giovanna aveva studiato diritto civile, araldica, storia, matematica, filosofia, ortografia e scrittura. Conosceva tutte le lingue iberiche, più il francese, il latino e si era formata nella danza, nella musica, nel disegno e nella falconeria.
Una persona colta che purtroppo, secondo sua madre Isabella, aveva già manifestato il suo difetto più grande: lo scetticismo religioso, che sarebbe sfociato nel rifiuto alla Confessione per tutta la sua vita.
Giovanna era infatti inorridita dai grandi roghi a cui Isabella di Castiglia condannava gli eretici e ai quali la costringeva ad assistere.
Quei poveri terrorizzati che bruciavano tra mille sofferenze popolarono i suoi sogni per tutta la vita, ledendo in modo irreparabile la sua psiche.