martedì 29 giugno 2021

Perché i mongoli massacravano i vinti, invece di tenerli in vita e sfruttarli e ridurli in servitù?

I mongoli non si sono sempre messi a incendiare e distruggere i luoghi conquistati. Se lo facevano è perchè dovevano esserci delle buone ragioni.

  1. Propaganda. Quando sei un nuovo ragazzo nel quartiere e hai grandi progetti, devi stabilire la tua autorità il prima possibile e in modo chiaro. Niente funziona meglio di una scena con un sacco di cadaveri per strada e ceneri ardenti cosìcchè i sopravvissuti, che lasci vivere apposta, possono andare in giro a trasmettere il tuo chiaro messaggio.

  2. Stabilire Autorità. Per costruire un impero di successo, di tanto in tanto devi presentarti come una forza travolgente e inarrestabile, anche a costo di apparire cieco e irragionevole, ma solo perché le persone insignificanti degli altri paesi conquistati sono troppo piccole e stupide per apprezzare la tua logica. I governanti russi sono sempre stati consapevoli di questo fattore, a parte alcuni sciocchi uomini di potere come Alessandro II, Nicola II, Gorbaciov ed Eltsin.

  3. La logistica. Per un'enorme forza militare dipendente in modo cruciale dalla sua mobilità, trasformare i prigionieri in schiavi non ha senso. Meglio portare con sè un bottino di basso volume e di alto valore e distruggere tutto il resto.

  4. Genocidio. Lasciare in vita molte persone che hai derubato e mutilato aumenta solo il numero dei tuoi nemici. I morti non cercano vendetta. Come avrebbe detto Stalin, "nessun uomo, nessun problema".

  5. Politica di vicinato. Una parte considerevole della conquista mongola fu compiuta da alleati locali, come il nostro eroe nazionale Sant'Alessandro Nevsky. I loro eserciti includevano molti combattenti nativi. Per una comunità di contadini o mercanti spesso aveva senso cogliere l'occasione e dare fuoco ad alcune città lungo il fiume per sbarazzarsi della concorrenza e acquisire nuovi pascoli e terreni agricoli.

  6. Logica del raid. Se dubiti della tua capacità di controllare i territori conquistati, ha senso derubarli e dare fuoco a ciò che è rimasto. Ci vuole almeno una generazione per ricostruirsi e riorganizzarsi, prima che possano pensare di vendicarsi.

Il dipinto sotto illustra una sfida logistica all'indomani di una battaglia mongola nelle praterie a sud del cuore della Russia. I combattenti mongoli preparano un prigioniero Russo di alto valore, apparentemente un duca, per riscattarlo in cambio del transito. Per stare al passo con il resto delle truppe nomadi, dovrà ricevere un cavallo, acqua e cibo, oltre ad essere affiancato da un paio di guardie, tutte risorse preziose per un esercito in viaggio lontano da casa.