Niente. Proprio come oggi.
La cintura di castità è una favola, non è mai veramente esistita.
Le cinture di castità sono oggetti moderni.
Di casto mi risulta veramente poco nella storia ed anche negli ordini monastici, se non altro per il fatto che nel momento di massima intensità del fenomeno monastico, nel medioevo e nel periodo rinascimentale, gran parte dei monaci (e soprattutto delle monache), prendevano i voti per motivi ben diversi rispetto ad una fede incrollabile. E una tonaca poteva tenere al riparo anche da eccessivi commenti popolari riguardo la propria condotta sessuale e consentire una libertà dei costumi addirittura maggiore rispetto ad una persona regolarmente coniugata, anche se in forma magari privata e senza ostentazioni. Fra l'altro in periodo medioevale ai preti era consentito sposarsi ed avere figli.
Per il resto il sesso, anzi gli appettiti sessuali, di molti governanti, Re, Regine ed imperatori, hanno segnato profondamente la storia.
Basti pensare a cosa è riuscita a fare la regina d'Egitto Cleopatra che oltre ad aver ammaliato sia Giulio Cesare che Antonio non si faceva certo problema di ricorrere, come narrano leggende sul suo conto, ad un antenato naturale del vibratore riempiendo un grosso cetriolo svuotato della polpa con delle api e sigillandolo con della cera. Gli insetti ritrovandosi stretti al chiuso cominciavano a muoversi freneticamente riproducendo l'attività di un vibratore moderno.
Oppure ad Enrico VIII e alla sue 6 mogli, di un paio delle quali si è poi liberato con metodi assai spicci (taglio della testa), e alla scissione della chiesa anglicana da Roma che ha sancito uno scisma secolare e metamorfosi profonde della società.
Di preservazione di castità raramente mi è capitato di leggere nei libri di storia.
La Chiesa Cattolica ha tentanto per secoli di raffreddare "le voglie" dei propri fedeli, ma mi sembra con davvero scarsi risultati anche perchè l'esempio dei papi medioevali e rinascimentali che ne hanno veramente combinate di ogni fra stuoli di amanti, figli illeggittimi e rapporti incestuosi, non è che il tutto abbia giovato all'immagine di una chiesa casta e morigerata e negli anni non è che le cose stiano andando meglio. Anzi.
D'altro canto le pratiche per procurarsi piacere anche in mancanza di partners erano già conosciute in epoce antichissime come confermano i ritrovamenti di alcuni manufatti paleolitici in pietra e osso di forma chiaramente fallica nelle Gorges d’Enfer nella regione dell’Aquitania in Francia e nelle grotte di Hohle Fels in Germania e di un fallo verde di giada appartenente alla cultura cinese risalente a 6.000 anni fa.
E di falli artificiali facevano anche ampio uso le matrone romane.
Il baubon, fallo artificiale di legno rivestito di cuoio, o il fascinus, costruito in materiali più duraturi, riscuotevano ampio apprezzamento. Non esistono reperti di questo sex toy del passato a parte un affresco di Pompei nel quale se ne intuisce l’uso fra due donne in posa saffica, ma le testimonianze, molto esplicite, ci derivano da fonti letterarie e non lasciano molti dubbi. Il satirico Marziale e Petronio, nelle loro opere citano episodi che vanno anche al di là di molte immagini porno odierne e di molte fantasie erotiche dei nostri giorni, non lasciando alcun dubbio sui costumi sessuali nell'antica Roma.
E l'uso di strumenti più o meno tecnologici si è protratto nei secoli fino ai giorni nostri attraversando la storia.
Non parliamo poi del sesso "pubblico".
La prostituzione è una delle attività commerciali più antiche del mondo.
E persino i Padri della Chiesa, in altri tempi, ne hanno riconosciuto l'utilità sociale e la funzione di "alleggerimento" delle tensioni sessuali, se anche San Tommaso d'Aquino si pronunciava al proposito con queste parole:
“La donna pubblica è nella società ciò che la cloaca è nel palazzo: togli la cloaca e l’intero palazzo ne sarà infettato”
(San Tommaso d’Aquino, De Regimine Principum IV, 14)
E non sarebbe fuori luogo, oggi, superare le ipocrisie al proposito e regolamentare un fenomeno, senza nascondersi dietro il dito di una impossibile emancipazione e liberazione da un fenomeno antico, radicato e insopprimibile.
Persino la nascita della letteratura italiana, con la scuola fiorentina, è scandita dal Decameron di Giovanni Boccaccio e dalle sue novelle, che sono al minimo da definire "pruriginose".
E quasi contemporaneamente si parlava di "Amor cortese" di cui il più fulgido esempio sono stati certamente Lancillotto e Ginevra, ma alla fine di corna trattavasi: il primo cavaliere di Re Artù, fra un verso e l'altro, tra un poesia e l'altra, attenta e l'attentato va a buon fine, alla virtù della regina, che altro non aspettava che un attentatore solerte ed adeguato …..
Altro che castità.