lunedì 7 febbraio 2022

Quale fu una delle vendette più clamorose della storia?

Il castello di Radicofani, tra Lazio e Toscana, era inespugnabile. Un maniero la cui fama scoraggerebbe qualunque esercito, ma non un pugno di uomini che una notte di dicembre del 1297 si arrampicò sulla rupe scoscesa.



Il loro capo si chiamava Ghino di Tacco, che riuscì nell’impresa di ammainare la bandiera papale attirando le ire di Bonifacio VIII.

Ghino era animato da un’altra impresa: uccidere il giudice Benincasa da Laterina, che aveva torturato e messo a morte suo padre e suo zio. Benincasa aveva trovato rifugio a Roma, era stato nominato senatore e continuava a svolgere il suo lavoro in Campidoglio.

Ghino si mise alla testa della sua banda a cavallo e puntò su Roma. Superò senza difficoltà le difese della città e puntò direttamente sul Campidoglio all’ora in cui Benincasa teneva le udienze, scese da cavallo ed entrò a spada sguainata.

Per il magistrato fu un’apparizione fulminea che non gli diede il tempo di reagire: con un solo colpo di spada, Ghino gli staccò la testa, poi la raccolse e fece la strada del ritorno esibendo il trofeo alla gente ammutolita.

Nessuno lo fermò, cosicché poté tornare indisturbato alla fortezza di Radicofani, dove piantò la testa del giudice sulla punta di una lancia e la espose al vento, come cibo per falchi e monito per i nemici: il suo odio finalmente era placato.

Questo episodio è accertato storicamente anche perché evocato da Dante nel Purgatorio.