Crema, dicembre 1159.
La cittadina lombarda è alleata di Milano, e rappresenta una minaccia per tutte quelle città che basano la loro economia sui traffici commerciali lungo il Po.
La città di Cremona, si rivolge all’imperatore Federico I per progettare un assedio contro la città rivale. Riescono a convincerlo facendo leva sul sentimento anti milanese, dato che Milano era assai ribelle mei confronti del sovrano.
Così il sovrano cinge di assedio la città; per mesi la situazione resta invariata, dato il continuo lancio di pietre da parte dei difensori che bloccano l’avanzata delle armi d’assedio imperiali.
In questo contesto avviene uno degli episodi più tremendi della storia militare.
L’imperatore fece letteralmente appendere alla torre d’assedio dei prigionieri cremaschi e milanesi, con l’intento di limitare gli attacchi degli assediati per non ferire i concittadini. Assiste impassibile allo scempio dei bambini legati alle macchine da guerra.
Ma I cremaschi continuano la loro strenua difesa, uccidendo molti dei prigionieri appesi. Lo storico Ottone Morena, presente all’assedio, ricorda i nomi di alcuni di quei poveri disgraziati: “Ad Alberto Russo di Crema furono spezzate le gambe, a Giovanni Garesi ruppero un braccio”.
Il macabro piano non riscuote gli effetti sperati, ma il tradimento dell’ingegnere militare cremasco consente allimperatore di avere la meglio nel gennaio del 1160.