Il feudalesimo nacque in una situazione
di emergenza. Già con il dissolvimento dell'autorità effettiva
dell'Impero Romano (avvenuta molto prima del 476 d.C.) i confini non
erano più sicuri e le popolazioni dei territori stessi erano
sottoposte a vessazioni di ogni tipo.
Una probabile soluzione fu vista nel
delegare molti poteri ad alcune persone in grado di armarsi e
difendere il proprio territorio in cambio del proprio servizio.
In
pratica il lavoro (poi definitosi meglio come: "servitù della
gleba") era il prezzo da pagare per essere protetti dal
signorotto di turno.
Oggi questo concetto ci sembrerà un
po' mafioso, ma tutta la realtà medievale un po' lo era.
Il signorotto di turno (poi definitosi
meglio come conte, barone, marchese o duca, a seconda dei luoghi) si
ritrovava a dover gestire con ampie autonomie il proprio territorio,
ma anche obbligato a difenderlo dai signori vicini.
Quando anche sorsero alcune autorità
superiori al signore stesso (re o imperatore) non poterono ignorare
questo stato di cose, ma cercarono a loro volta di trarlo a loro
vantaggio.
Insignendo questi signorotti dei titoli
sopra elencati si dava in un certo senso legittimità al loro potere
locale e al contempo li si vincolava a se stessi.
In pratica il
sovrano chiedeva a sua volta al signorotto di essergli fedele, in
cambio della conferma dei propri diritti (poi definiti come feudi) e
al permesso di poterli tramandare agli eredi.
Un sovrano poi usava
spesso questa facoltà di concedere feudi per premiare gli uomini a
lui più fedeli ma anche per legarli alla propria autorità che, in
molti casi, era poco più che formale.
Inoltre il feudalesimo funzionò anche
per mantenere ciascuno al suo posto: sempre a causa del disordine
successivo alla caduta dell'Impero Romano, era necessario ristabilire
un certo ruolo gerarchico nella società.
Benché il vecchio schemino scolastico
della piramide feudale sia alquanto semplicistico e impreciso,
tuttavia fa capire abbastanza bene che una società suddivisa nei
famosi tre ordini (oratores, bellatores e laboratores) con ruoli
stabiliti e quasi immutabili poteva funzionare meglio.
In conclusione:
“Flusso di potere” molto
veloce tra sovrano e signori: non erano presenti molti intermediari
ad appesantire la catena. Questo poteva - al netto dei possibili
attriti - velocizzare i processi di gestione del regno.
Per il motivo sopra citato,
aggiungerei anche la grande semplicità: la nascita del sistema
feudale fu, in un certo senso, la “soluzione” al problema di
governare i vastissimi territori reduci della caduta dell’Impero
Romano. Con una simile organizzazione, il sovrano fu messo nelle
condizioni di gestire diverse popolazioni in maniera rapida e
incisiva, tramite i suoi fiduciari.
Dal punto di vista dell’elite:
il controllo sociale. Esso era relativamente facile, data la forte
polarizzazione - a sfavore del popolo - dei
fattori ricchezza e conoscenza.

Ovviamente sto semplificando molto.
Ormai da anni si è dimostrato che la società medievale fu molto più
fluida di così e ci furono periodi in cui era piuttosto semplice
anche effettuare un certo avanzamento sociale.
Oltretutto il feudalesimo assunse
sfumature molto diverse da Stato a Stato e persino da regione a
regione.
In alcune aree più dinamiche, come
gran parte dell'Italia, già le avvisaglie della crisi di questo
sistema si hanno con l'anno 1000 e la nascita dei primi Comuni, in
altre zone periferiche d'Europa durò di più.
Addirittura alcuni Stati come Polonia e
Russia rimase in vigore (o fu introdotto ex-novo) fino al XIX secolo
inoltrato.