giovedì 26 maggio 2022

Tregua di Dio

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Con i termini Tregua di Dio e Pace di Dio ci si riferisce a una serie di iniziative promosse dalla Chiesa cattolica per cercare di imporre un limite al dilagare della violenza attraverso l'applicazione di sanzioni spirituali. I due movimenti, Tregua di Dio e Pace di Dio hanno origini temporali e spaziali diverse ma finiscono per intrecciarsi nell'Europa medievale dell'XI secolo. La pratica si diffuse in tutta l'Europa Occidentale per sopravvivere in una qualche forma fino al XIII secolo.
L'azione della Chiesa si era resa indispensabile per cercare di porre un freno a uno stato permenente di violenza. Soprattutto in Francia dopo il collasso dell'impero carolingio nel nono secolo, la situazione interna era, infatti, diventata insostenibile a causa dei continui scontri tra i signori locali e i vari feudatari che si contendevano il controllo del territorio.
In area tedesca approdò decenni dopo con il nome di Landfrieden.

Tregua di Dio
La Tregua di Dio veniva fatta coincidere, generalmente, con periodi di festività liturgiche o giorni di particolare rilievo (come la domenica). Celebre violazione di una tregua di Dio fu la battaglia di Bouvines del 27 luglio 1214, una domenica appunto. Questa pratica troverà una propria codficazione definitiva nei concili di Arles (1037-1041). Da quel momento è fatto divieto ai signori di violare soprattutto le tregue particolari durante le grandi fasi di liturgia Cristiana (Natale, Avvento, Pasqua), nel nome del rispetto sacro e nel nome di quello profano (sagre, mercati)..

Pace di Dio
La Pace di Dio o Pax Dei era invece un atto di un'autorità religiosa locale che sotto pena di scomunica dichiarava intangibili certi luoghi e che garantiva l'immunità ad alcune categorie di persone (pellegrini, chierici, ecc.). Un Sinodo che si è svolto nell'abbazia benedettina di Charroux sotto la guida dell'arcivescovo Bordeaux e della Guascogna Gombald promulgò tre canoni che decretavano una Pax Dei nel 989. L'atto fu sottoscritto dai vescovi di Poitiers, Limoges, Périgueux, Saintes and Angoulême.


mercoledì 25 maggio 2022

Come mai Vlad l'Impalatore, Vlad III Dracula, impalava i propri nemici

LE PERLE DI DRAGHI, L'IMPALATORE DEI GIOVANI DI TUTTA EUROPA


Vlad l’impalatore nel suo regno durato 4 anni, fu riconosciuto come uno dei tiranni più sanguinari d’europa, Da questi atroci delitti Vlad III divenne per tutti Dracul, il demonio. Il principe in persona nel suo diario racconta delle carneficine e del modo in cui impalava le vittime tra le quali bambini e donne ma anche vergini di cui si narra raccogliesse il sangue per berlo con vino ed alcol.
Si raccontano anche scene di cannibalismo.
I pali che servivano per uccidere i nemici erano studiati per accelerare o rallentare l’agonia, si racconta che a seconda della vittima usasse pali diversi in modo da godere della vista di quelle morti atroci.
Qui sotto riporto alcune delle sue follie:
“Invitò a palazzo tutti i poveri del suo regno e dopo averli soccorsi appiccò il fuoco per arrostire alcuni bambini e obbligò le loro madri a mangiarli. Poi tagliò alle sventurate i seni e dopo aver costretto i loro mariti a cibarsene li impalò.”
(Manoscritto n. 806, Monastero di San Gallo, XV secolo)

“Una volta, Dracula stava banchettando contornato dalle vittime che fece impalare dopo un lungo assedio. In quella foresta di cadaveri, Dracula si divertiva e mangiava a quattro palmenti. Un nobile inviato alla sua mensa fece un gesto di disgusto e il principe gli chiese: “Perché fai così?”. Il boiaro rispose: “Perché, mio Signore, non riesco a sopportare questo odore di cadaveri”. Dracula ordinò che il nobiluomo fosse impalato sul palo più alto e gli disse: “Allora starai là in alto, dove la puzza non potrà raggiungere le tue narici!”
(Manoscritto II/I088, Monastero Kirillov-Belozerskij, Leningrado, 1490)

Era solo un sadico psicopatico o le sue crudeltà avevano un fine politico?
Probabilmente entrambe le cose. Sadico o no, divenne famoso in tutta Europa quando, catturate tutte le fortezze lungo il corso del Danubio, arrivò con il suo esercito fin quasi al Mar Nero.




martedì 24 maggio 2022

Le battaglie in stile Braveheart, con masse che si combattevano corpo a corpo a colpi di spada, erano davvero così nelle guerre medievali o si tratta di un'esagerazione


C'è una regola che gira in rete: se qualcosa è detto/fatto in Braveheart, allora è una cazzata.
No, le battaglie non erano una massa di cretini che si colpivano con le spade in una folla caotica.
Piuttosto, le armi che le truppe maneggiavano e le protezioni che indossavano variano per tutto il periodo di 1000 anni che chiamiamo "medievale", tuttavia possiamo applicare alcuni principi generali.
Formazione - Gli eserciti medioevali non erano generalmente così addestrati quanto quelli moderni (o anche alcuni antichi), ma non erano nemmeno delle masse indistinte. La tua migliore difesa era avere un compagno su entrambi i lati, quindi ti mettevi in fila e rimanevi allineato. Se la tua formazione iniziava a sfaldarsi, allora era più facile che venissi ucciso dalle pugnalate ai lati e alla schiena e mentre ti ritiravi per riorganizzarti.
Armi lunghe - Cosa fai con una spada quando la cavalleria decide di venirti addosso? Anche un'intera linea di soldati con le spade puntate nella giusta direzione non ha chance. A meno che tu non sia un idiota, devi avere una lancia o un'arma simile a una alabarda.
Armi lunghe II - Ok, i tuoi tipi cavallereschi portavano le spade in battaglia, la spada era il loro status symbol. Il guaio è che non è così facile ferire gli altri cavalieri con la spada, dato che tendono ad andare in giro con la corazza. Per fargli del male è necessario avere un'arma lunga - una lancia scagliata contro il nemico ad alta velocità da un cavallo, oppure un martello / ascia / piccone che puoi lanciare con una certa forza. Le versioni tardo medievali di queste armi offrono un vero e proprio coltellino svizzero di lame, punte e martelli per ferire il nemico in ogni modo possibile. A quanto pare alcuni scrittori hanno ritenuto che l'opzione migliore fosse quella di lottare contro un avversario corazzato finché non si infila un pugnale nella visiera. Non sono sicuro di quanto spesso sia successo in battaglia.

Le spade sono per le mogli ... i veri cavalieri si massacrano l'un l'altro insensatamente con le mazze e si pugnalano a vicenda in faccia.

Armi da lancio: l'arco e la balestra non erano armi leggere. C'era una ragione per cui Enrico V voleva a tutti i costi squadre di arcieri in Francia - loro falciavano i nemici prima che questi arrivassero alle prime linee. Non erano efficaci come le armi da fuoco nel periodo dell'era moderna, ma facevano il loro lavoro abbastanza bene.
E come altre risposte hanno indicato, le battaglie campali erano relativamente rare nell'Europa medievale. Erano troppo rischiose e imprevedibili, troppe cose potevano andare storte durante una giornata intera. Combattevi solo quando eri davvero sicuro di avere un vantaggio o non avevi altra scelta. La guerra medievale era molto più incentrata sugli assedi, sulle razzie e sui danneggiamenti delle proprietà, per evitare le quali erano appunto stati costruiti i castelli.


lunedì 23 maggio 2022

Che vantaggi aveva il feudalesimo come sistema di organizzazione sociale?

Il feudalesimo nacque in una situazione di emergenza. Già con il dissolvimento dell'autorità effettiva dell'Impero Romano (avvenuta molto prima del 476 d.C.) i confini non erano più sicuri e le popolazioni dei territori stessi erano sottoposte a vessazioni di ogni tipo.

Una probabile soluzione fu vista nel delegare molti poteri ad alcune persone in grado di armarsi e difendere il proprio territorio in cambio del proprio servizio.
In pratica il lavoro (poi definitosi meglio come: "servitù della gleba") era il prezzo da pagare per essere protetti dal signorotto di turno.

Oggi questo concetto ci sembrerà un po' mafioso, ma tutta la realtà medievale un po' lo era.

Il signorotto di turno (poi definitosi meglio come conte, barone, marchese o duca, a seconda dei luoghi) si ritrovava a dover gestire con ampie autonomie il proprio territorio, ma anche obbligato a difenderlo dai signori vicini.

Quando anche sorsero alcune autorità superiori al signore stesso (re o imperatore) non poterono ignorare questo stato di cose, ma cercarono a loro volta di trarlo a loro vantaggio.

Insignendo questi signorotti dei titoli sopra elencati si dava in un certo senso legittimità al loro potere locale e al contempo li si vincolava a se stessi.
In pratica il sovrano chiedeva a sua volta al signorotto di essergli fedele, in cambio della conferma dei propri diritti (poi definiti come feudi) e al permesso di poterli tramandare agli eredi.
Un sovrano poi usava spesso questa facoltà di concedere feudi per premiare gli uomini a lui più fedeli ma anche per legarli alla propria autorità che, in molti casi, era poco più che formale.

Inoltre il feudalesimo funzionò anche per mantenere ciascuno al suo posto: sempre a causa del disordine successivo alla caduta dell'Impero Romano, era necessario ristabilire un certo ruolo gerarchico nella società.

Benché il vecchio schemino scolastico della piramide feudale sia alquanto semplicistico e impreciso, tuttavia fa capire abbastanza bene che una società suddivisa nei famosi tre ordini (oratores, bellatores e laboratores) con ruoli stabiliti e quasi immutabili poteva funzionare meglio.

In conclusione:

  • “Flusso di potere” molto veloce tra sovrano e signori: non erano presenti molti intermediari ad appesantire la catena. Questo poteva - al netto dei possibili attriti - velocizzare i processi di gestione del regno.

  • Per il motivo sopra citato, aggiungerei anche la grande semplicità: la nascita del sistema feudale fu, in un certo senso, la “soluzione” al problema di governare i vastissimi territori reduci della caduta dell’Impero Romano. Con una simile organizzazione, il sovrano fu messo nelle condizioni di gestire diverse popolazioni in maniera rapida e incisiva, tramite i suoi fiduciari.

  • Dal punto di vista dell’elite: il controllo sociale. Esso era relativamente facile, data la forte polarizzazione - a sfavore del popolo - dei fattori ricchezza e conoscenza.



Ovviamente sto semplificando molto. Ormai da anni si è dimostrato che la società medievale fu molto più fluida di così e ci furono periodi in cui era piuttosto semplice anche effettuare un certo avanzamento sociale.

Oltretutto il feudalesimo assunse sfumature molto diverse da Stato a Stato e persino da regione a regione.

In alcune aree più dinamiche, come gran parte dell'Italia, già le avvisaglie della crisi di questo sistema si hanno con l'anno 1000 e la nascita dei primi Comuni, in altre zone periferiche d'Europa durò di più.

Addirittura alcuni Stati come Polonia e Russia rimase in vigore (o fu introdotto ex-novo) fino al XIX secolo inoltrato.




domenica 22 maggio 2022

Armata nera

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L'Armata nera fu una forza militare che operò nella seconda metà del XV secolo in Ungheria. Prese il nome dal suo generale, Giovanni Haugwitz il corvino e fu costituita per volere di Mattia Corvino, re d'Ungheria. Invece di contare sull'arruolamento dei nobili ungheresi, Corvino scelse di tassare il Paese e pagare in questo modo una forza mercenaria costituita da 30.000 uomini che potesse essere garante della corona. Il supporto dell'Armata nera fu decisiva in molteplici battaglie e permise d'infliggere pesanti sconfitte ai turchi nel 1463 e nel 1476. Fu sciolta nel 1514 dal re Ladislao II Jagellone.  

sabato 21 maggio 2022

Nell'Inghilterra medievale la gente non aveva certo paura di nuotare nei fossati che circondavano i grandi castelli inglesi a causa degli alligatori, in realtà cosa c'era nei fossati di molto più pericoloso e più schifoso?


Avevano paura delle acque reflue. I fossati erano l'unione dei pozzi neri del castello.
Durante il Medioevo non c'erano fogne e tutto andava nel fossato. Vedi le immagini qui sotto.





Tutta la merda di centinaia di persone finiva nel fossato. La persona media genera 1,5 chili di schifezze al giorno, fai la matematica sapendo che il castello ospitava 500 persone. C'è una ragione per cui la famiglia reale non rimaneva a lungo nello stesso castello. Si trasferivano in un'altra posizione e avrebbero lasciato il precedente "a riposo" per così dire. La natura farebbe il suo corso e marcirebbero tutti gli sprechi alimentari, i rifiuti umani e gli animali morti che riempivano il fossato quando il castello era pieno di persone. La maggior parte dei castelli aveva appena un piccolo presidio di uomini per controllarlo e impedire che fosse occupato dai nemici.
Erano posti molto spiacevoli in cui vivere, puzzolenti, umidi e malsani.


venerdì 20 maggio 2022

Scudiero

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Il termine scudiero aveva sia nell'antichità che nel medioevo due significati diversi nell'ambiente militare.
L'uno indicava il valletto d'armi, ovvero un giovane incaricato di portare le armi e lo scudo del suo signore in guerra. Nella mitologia classica alcuni scudieri fungono pure da aurighi, come gli omerici Molione e Midone; anche nell'Eneide c'è un ragazzo con entrambe le mansioni, ed è agli ordini del condottiero rutulo Remo (per alcuni traduttori il passo in questione parlerebbe però di due figure distinte, uno scudiero e un auriga). Questi personaggi vengono detti scudieri o palafrenieri, avendo anche le stesse responsabilità degli addetti alle scuderie in servizio di vigilanza, i quali, agli ordini di un capo-scuderia, sono incaricati di sorvegliare i quadrupedi ricoverati nelle scuderie del corpo, specialmente nelle ore notturne (e uno di loro, lo scudiero di Remo, troverà la morte durante un turno di guardia negligentemente condotto, facendosi colpire nel sonno dalla spada di Niso). Ancora nel poema epico virgiliano è presente il personaggio di Acate (il fedele armigero di Enea), il cui nome è diventato praticamente sinonimo di scudiero (fidus Achates).
L'altro significato era quello di scudiero nobile, o per meglio dire, allievo cavaliere, ed indicava il nobiluomo che si metteva alle dipendenze di un cavaliere provetto per apprendere l'uso delle armi e del cavallo, onde a sua volta diventare cavaliere. A seconda poi che questo scudiero fosse stato agli ordini di un personaggio più o meno elevato nella gerarchia nobiliare del medio evo, assumeva di riflesso luce ed importanza di grado, tanto che presso le grandi monarchie gli scudieri dei re e dei principi avevano precedenza sugli stessi grandi condottieri e generali. Lo scudiero in combattimento pugnava contro lo scudiero dell'avversario, e contro tutti quelli del seguito di esso che non erano cavalieri, sebbene non fosse agevole nelle mischie osservare tali formalità.
In Germania gli scudieri venivano spesso riuniti in Squadroni e adoperati come cavalleria leggera, a frotte, od a gruppi alla spicciolata, dopo il primo scontro dei cavalieri, e dopo il loro caracollo. Essi diedero origine ai raitri.
La voce scudiero passò successivamente per ragioni araldiche ad indicare la carica di un gentiluomo di corte il quale aveva anche cura delle scuderie reali; viene altresì indicato con il termine più proprio di cavallerizzo (francese écuyer) e il suo ruolo è illustrato da Claudio Corte nel suo libro Il cavallarizzo. Tale carica continua ad essere in vigore presso le corti attuali, dove oltre al Grande Scudiere vi sono quelli di sottordine.
In campo artistico si ricorda Ritratto di guerriero con scudiero, dipinto di Giorgione.