lunedì 14 febbraio 2022
Alcuni fatti sorprendenti sul Medioevo
domenica 13 febbraio 2022
Com'era essere gay nel Medioevo?
Valutazioni ed atteggiamenti sociali diversi verso un comportamento percepito come “deviante” dell’ordine naturale
Se il Medioevo ha lasciato poche tracce
sulla sessualità in genere, questo limite è ancora più evidente
per quanto riguarda i rapporti tra due persone dello stesso sesso. La
condanna morale è sempre stata una costante nella civiltà cristiana
medievale, ma gli atteggiamenti concreti che ne sono conseguiti hanno
subito variazioni nel tempo. Non sempre e non subito sodomiti,
eretici e sovvertitori dell’ordine naturale furono messi al
rogo.
Nel mondo antico, i pregiudizi erano più legati alla
sessualità in generale che all’omosessualità in particolare.
Tutto quello che era la sessualità al di fuori delle norme
matrimoniali e a fini procreativi era da condannare, sia che fossero
pratiche eterosessuali che omosessuali.
La tolleranza del mondo
antico verso le pratiche omosessuali non sopravvisse alla caduta
dell’Impero Romano.
Giustiniano I
Già nel 533 d.c. l’imperatore
bizantino Giustiniano collocò tutte le relazioni omosessuali nella
stessa categoria dell’adulterio, punibile con la pena capitale.
Qualche anno dopo emise ulteriori leggi, per la maggior parte di
natura esortativa, non punitiva, per spingere coloro che erano caduti
in simili peccati a cercare il perdono con la
penitenza.
L’atteggiamento, abbastanza moderato, che
caratterizzò il periodo altomedievale mutò, a partire dal XII
secolo, fino ad arrivare alla creazione di norme repressive ad hoc e
di un’aperta ostilità, supportata dalla legislazione e dalla
morale cattolica.
Testimonianza di questo cambiamento di mentalità
è evidente nell’opera del monaco Pier Damiani, che affronta, in
modo sistematico, il problema dell’omosessualità in ambito
ecclesiastico. Egli, con l’obiettivo di risanarne i costumi,
individua come unica soluzione l’immediata degradazione del reo, a
qualunque grado gerarchico appartenesse.
Gli estensori degli
Statuti di Bologna del 1257 esortavano gli aderenti alla “Societas
sancte Marie” a denunciare, oltre agli eretici, anche i sodomiti,
puniti con l’esilio; bando che nessun decreto successivo poteva
revocare. In un’altra rubrica statutaria, inoltre, prevedevano la
pena di morte per combustione nei confronti di chi li ospitava nella
propria dimora. Effettivamente, in Italia, la prima testimonianza
dell’uso del fuoco risale al 1293, anno in cui Carlo II D’Angiò
fece arrestare il conte di Acerra, verso cui provava aperta ostilità,
e dopo averlo accusato di essere un sodomita lo fece condannare.
La
normativa statutaria di Firenze prevedeva la castrazione per i “rei”
o “viziosi” (tali erano considerati gli omosessuali). Se
coinvolto un minore di quattordici anni era prevista un’ulteriore
pena di natura pecuniaria; inoltre, se l’atto costituiva un
comportamento abituale, il colpevole era condannato anche al taglio
della mano destra. Solo per i forestieri che si fermavano a Firenze e
vi commettevano atti sodomitici, era prevista la massima pena, vale a
dire essere bruciati vivi. La normativa della città di Padova, 1329,
condannava l’omosessualità e tutti gli atti sessuali contrari alla
morale cristiana, compiuti sia da uomini che da donne, tramite la
morte sul rogo. Più complesso era lo Statuto di Tortona che
prevedeva il rogo per gli individui maggiorenni, sanzioni pecuniarie
e corporali ai sodomiti con età inferiore ai diciotto anni; mentre
per chi subiva la “violenza”, sia maggiorenne che minorenne, non
era prevista alcuna pena.
Rogo di due omosessuali nella Zurigo del XV sec.
Le prediche contro l’omosessualità
da parte del clero avevano avuto l’effetto di far emergere il
problema del vizio contro natura, e quindi contro Dio stesso, facendo
si che queste preoccupazioni coinvolgessero anche la sfera
legislativa, prima dei Comuni e poi delle Signorie.
Agli inizi del
Quattrocento, Venezia fu scossa da un enorme scandalo. Dall’indagine
contro la sodomia condotta da un’apposita magistratura, emersero
numerosi nomi di nobili veneziani, imparentati con alcune alte
cariche della Serenissima Repubblica. Anche Firenze, a seguito di un
caso particolare che scosse l’opinione pubblica, 1426, istituì una
magistratura ad hoc per far rispettare le norme contro
l’omosessualità. Nel 1447 il signore di Milano emise un bando
contro gli omosessuali che prevedeva la pubblica delazione dei
peccatori, contro cui era prevista la pena di morte sul
rogo.
L’esito, abbastanza scontato, fu la persecuzione degli
omosessuali e di coloro che commettevano il vizio sodomitico, anche
con donne. Persecuzione che, in alcuni casi, continua tutt’oggi e
che, fino a poco tempo fa, era prassi corrente nella maggior parte
delle nazioni del mondo.
Rogo di eretico
Nel corso degli anni il termine
“omosessualità” ha assunto sfumature sempre più neutre, anche
se il concetto in sé continua ad essere considerato un tabù nella
maggioranza delle culture. Ha sostituito termini usati nel passato
come “sodomia”, il cinquecentesco “vitio nefando”,
“inversione sessuale” e altri termini che avevano connotazioni
moralmente negative o indicavano deviazioni patologiche della sfera
sessuale. Si pensava che l'inversione si manifestasse in ogni aspetto
della vita di quella persona. L'inversione era associata con il
travestitismo, con preferenze per le mete sessuali proprie dell'altro
genere. Quindi, erano comportamenti di genere devianti.
La
concezione oggi dominante è basata sull’assunto che la nostra
sessualità determina la persona, la nostra coscienza, la nostra
intera vita. Nel mondo medioevale la distinzione più importante era
tra le pratiche procreative e quelle non. Il sesso anale e orale era
condannato anche nel matrimonio e visto come più peccaminoso dello
stupro o dell'incesto perché non finalizzato alla riproduzione.
sabato 12 febbraio 2022
I soldati degli imperi antichi e medievali sarebbero terrorizzati dalla forza fisica dei soldati moderni?
venerdì 11 febbraio 2022
Nell'Europa medievale si dimenticarono delle terme romane


giovedì 10 febbraio 2022
Perché i castelli medievali avevano torri rotonde e non squadrate come quelle dei Romani?

mercoledì 9 febbraio 2022
L'Europa nel Medioevo era davvero più arretrata del Medio Oriente?
No. L'Europa era sviluppata in modo diverso dal Medio Oriente.
In termini molto semplici, l'Occidente era molto più sviluppato in termini di metodi di trasporto sia terrestre che marittimo (carrelli a quattro ruote con assi e freni girevoli, navi con vele quadrate, timoni centrali) e l'Oriente era più avanzato in astronomia e matematica. L'Occidente era probabilmente più avanzato nella tecnologia agricola e l'Oriente nei sistemi igienici e nelle fognature.
Certamente, lo scambio di conoscenze e tecnologia che seguì la Prima Crociata non fu affatto a senso unico. Mentre i Franchi impararono presto ad usare la cavalleria leggera con forma gli arcieri, i saraceni svilupparono artiglieria pesante per la guerra d'assedio. Mentre i Franchi impararono a conoscere la produzione di carta e migliorarono le tecniche di fabbricazione del vetro dai siriani, gli Arabi impararono dai Franchi i carrelli a quattro ruote e i metodi industriali per la produzione di zucchero. Mentre l'usanza dei bagni pubblici si spostava da est a ovest, il concetto di camini si muoveva nella direzione opposta.
Né dovremmo automaticamente supporre che la cultura più aperta all'adattamento fosse la cultura più debole. Ad esempio, non vi è dubbio che l'architettura navale europea fosse di gran lunga superiore alla navigazione araba, tuttavia gli arabi non furono in grado di adottare la tecnologia di navigazione occidentale in gran parte a causa della scarsa qualità dei loro marinai. I camini costruiti in Terra Santa dai Franchi caddero in rovina e poi scomparvero del tutto dall'architettura locale dopo non perché i camini fossero inutili o arretrati, ma a causa del rispetto della pura "tradizione".
Né dovremmo dimenticare che molte delle "invenzioni" che associamo con l'"Oriente" non erano di origine saracena, ma greca. Un classico esempio di ciò è il concetto di ospedali come luoghi in cui i professionisti medici forniscono cure mediche per curare i malati. Tali istituzioni erano sconosciute in Europa occidentale prima della prima crociata. Quando i crociati arrivarono in Terra Santa, gli arabi avevano davvero degli ospedali sofisticati, eppure le origini di queste istituzioni arabe risiedevano a Bisanzio. I primi ospedali nell'Impero Romano d'Oriente sono del IV secolo d.C.; i primi ospedali del Medio Oriente musulmano non apparvero fino alla fine dell'ottavo o del nono secolo.
Sotto l'egida dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, (conosciuti semplicemente come "gli Ospitalieri"), gli ospedali entrarono nella cultura dell'Europa occidentale.
Un fattore importante che influenza la direzione del trasferimento tecnologico è stato l'ambiente. I Franchi - ma non i loro avversari arabi e turchi - vivevano in un nuovo ambiente. Ciò significava che i Franchi dovevano adattarsi a quell'ambiente - uno con temperature sconosciute nella loro terra natale, un ambiente più arido, meno boscoso e più densamente popolato. Sarebbe stato assurdo - e stupido - aggrapparsi a tradizioni e tecnologie inadatte al Mediterraneo, non importa quanto sarebbero state adatte quelle tecnologie, diciamo, per vivere in Scozia o in Prussia.
L'adozione dei soprabiti ne è un eccellente esempio. Nell'intenso calore dell'estate siriana, era logico indossare un indumento di stoffa sopra l'armatura. Che i Franchi lo abbiano fatto rapidamente e - ancor più sorprendente - che sia diventata una moda in tutta l'Europa occidentale, non è un segno dell'inferiorità delle precedenti forme di abbigliamento. Il soprabito aveva una funzione che era direttamente correlata all'ambiente fisico nel Vicino Oriente. La sua successiva evoluzione diventa un mezzo per mostrare la propria casata e l'affinità non ha nulla a che fare con la superiorità araba / turca ma piuttosto con le usanze cavalleresche occidentali.
La prevalenza di strutture in pietra negli stati crociati era anche in funzione della scarsità di legno, piuttosto che per le abilità superiori da parte dei muratori arabi. Nel suo eccezionale esame dei castelli crociati, anche il professor Ronnie Ellenblum dimostra che furono i crociati che per primi fecero significativi progressi nell'architettura militare. I mamelucchi impararono in fretta e in seguito i castelli musulmani non furono in alcun modo inferiori a quelli dei crociati.
L'adozione franca dei mercati coperti rifletteva la necessità di tenere i beni deperibili al riparo dall'intenso sole estivo, dalle mosche e dalla polvere, non a un'innata superiorità dei mercati coperti rispetto a quelli all'aperto.
L'adattamento da ovest a est, invece, è stato inibito sia dal fatto che l'ambiente è rimasto lo stesso per i musulmani, sia dalle presunzioni musulmane di superiorità. I musulmani consideravano i Franchi fondamentalmente arretrati perché erano "bestemmiatori che adoravano Dio in modo errato... o idolatri che adoravano idoli a forma di croce".
Molti condividevano l'atteggiamento espresso da Bahr al-Fava’id che ha scritto: "Chiunque crede che il suo Dio sia stato partorito da una donna è pazzo; non gli si dovrebbe parlare e non ha né intelligenza né fede."
Furono i crociati che indipendentemente da ciò che pensavano della teologia dell'Islam, non hanno liquidato i suoi seguaci come intrinsecamente pazzi e idioti. Fu a causa di questa volontà di separare la religione dalla scienza e dall'arte, che i Franchi si dimostrarono straordinariamente abili nell'adattarsi al loro nuovo ambiente e nello sviluppare una cultura ibrida unica, e ciò dimostra che quello arabo o mediorientale non fu superiore all'Occidente, almeno non sotto ogni punto di vista.
martedì 8 febbraio 2022
Nel medioevo, vi era un modo per risolvere controversie matrimoniali, improponibili al giorno d'oggi?
Perché perdere tempo con i tribunali e il mantenimento dei figli?
Nella Germania medievale, se marito e moglie si trovavano in un vicolo cieco su una questione importante, salivano sul ring. Le regole, ovviamente, equiparavano le forze di uomini e donne.
Sul ring, l'uomo era in una buca, una mano era legata dietro la schiena o al busto, in modo che potesse colpire solo con l'altra. Alla moglie veniva dato un sacchetto di carbone, con il quale colpiva. Chi vince il combattimento, infliggendo gravi ferite ha quindi ragione nella disputa.
Il processo per combattimento (o battaglia) era una pratica nota nel mondo medievale, ma il duello coniugale restava un'emanazione unica di questa istituzione. Le battaglie giudiziarie erano un modo per dimostrare la propria colpevolezza o innocenza e, nella maggior parte, erano riservate alle donne. Quando si trattava di matrimonio, tuttavia, un uomo e una donna diventavano i combattenti di un duello modificato che, in teoria, consentiva l'equità tra i partecipanti.
Oltre al sacchetto con carbone, vi era un altro strumento che la moglie poteva usare. Si trattava di tre pietre ricoperte di stoffa, mentre l'uomo aveva tre mazze. Le usavano, ovviamente, una alla volta. Ogni volta che il marito toccava il bordo della buca (era obbligato a restare immobile), doveva dare una delle sue mazze al giudice. La donna non poteva colpirlo durante questa fase, perché correva il rischio di perdere una delle pietre. Era, generalmente, autorizzata a colpire il marito da qualsiasi punto del “ring“.
C'era anche un arbitro e il pubblico. Chi perdeva il duello coniugale, perdeva la vita. Veniva giustiziato.