martedì 8 febbraio 2022

Nel medioevo, vi era un modo per risolvere controversie matrimoniali, improponibili al giorno d'oggi?

 


Perché perdere tempo con i tribunali e il mantenimento dei figli?

Nella Germania medievale, se marito e moglie si trovavano in un vicolo cieco su una questione importante, salivano sul ring. Le regole, ovviamente, equiparavano le forze di uomini e donne.

Sul ring, l'uomo era in una buca, una mano era legata dietro la schiena o al busto, in modo che potesse colpire solo con l'altra. Alla moglie veniva dato un sacchetto di carbone, con il quale colpiva. Chi vince il combattimento, infliggendo gravi ferite ha quindi ragione nella disputa.



Il processo per combattimento (o battaglia) era una pratica nota nel mondo medievale, ma il duello coniugale restava un'emanazione unica di questa istituzione. Le battaglie giudiziarie erano un modo per dimostrare la propria colpevolezza o innocenza e, nella maggior parte, erano riservate alle donne. Quando si trattava di matrimonio, tuttavia, un uomo e una donna diventavano i combattenti di un duello modificato che, in teoria, consentiva l'equità tra i partecipanti.

Oltre al sacchetto con carbone, vi era un altro strumento che la moglie poteva usare. Si trattava di tre pietre ricoperte di stoffa, mentre l'uomo aveva tre mazze. Le usavano, ovviamente, una alla volta. Ogni volta che il marito toccava il bordo della buca (era obbligato a restare immobile), doveva dare una delle sue mazze al giudice. La donna non poteva colpirlo durante questa fase, perché correva il rischio di perdere una delle pietre. Era, generalmente, autorizzata a colpire il marito da qualsiasi punto del “ring“.


C'era anche un arbitro e il pubblico. Chi perdeva il duello coniugale, perdeva la vita. Veniva giustiziato.



lunedì 7 febbraio 2022

Quale fu una delle vendette più clamorose della storia?

Il castello di Radicofani, tra Lazio e Toscana, era inespugnabile. Un maniero la cui fama scoraggerebbe qualunque esercito, ma non un pugno di uomini che una notte di dicembre del 1297 si arrampicò sulla rupe scoscesa.



Il loro capo si chiamava Ghino di Tacco, che riuscì nell’impresa di ammainare la bandiera papale attirando le ire di Bonifacio VIII.

Ghino era animato da un’altra impresa: uccidere il giudice Benincasa da Laterina, che aveva torturato e messo a morte suo padre e suo zio. Benincasa aveva trovato rifugio a Roma, era stato nominato senatore e continuava a svolgere il suo lavoro in Campidoglio.

Ghino si mise alla testa della sua banda a cavallo e puntò su Roma. Superò senza difficoltà le difese della città e puntò direttamente sul Campidoglio all’ora in cui Benincasa teneva le udienze, scese da cavallo ed entrò a spada sguainata.

Per il magistrato fu un’apparizione fulminea che non gli diede il tempo di reagire: con un solo colpo di spada, Ghino gli staccò la testa, poi la raccolse e fece la strada del ritorno esibendo il trofeo alla gente ammutolita.

Nessuno lo fermò, cosicché poté tornare indisturbato alla fortezza di Radicofani, dove piantò la testa del giudice sulla punta di una lancia e la espose al vento, come cibo per falchi e monito per i nemici: il suo odio finalmente era placato.

Questo episodio è accertato storicamente anche perché evocato da Dante nel Purgatorio.


domenica 6 febbraio 2022

Quale personaggio famoso potrebbe essere realmente esistito?

Robin Hood è esistito, il suo nome era Roger Godberd, col tempo hanno cominciato a chiamarlo Robin Good o Robin il buono, quindi si è adattato come Hood. Era un uomo sulla trentina, impavido con arco e frecce vissuto nel XIII secolo, si dice che fosse un grande amico dello sceriffo di Nottingham, ma le circostanze della vita li portarono su strade opposte, poiché Roger non sopportava l'idea dei soprusi dei ricchi verso i contadini e i più poveri delle città. Secondo alcuni resoconti, il suo primo furto fu un carico di pellicce e cibo che alcuni soldati del re avevano preso dalla gente di una delle città dove passava la maggior parte del suo tempo... Quindi vedeva questo come un modo per aiutare il popolo, dato che tutto ciò che rubava o recuperava lo dava ai poveri. Si dice che sia morto a tradimento da uno dei suoi uomini che voleva riscuotere la sua ricompensa, era adorato dai poveri di Nottingham e dello Yorkshire, la sua tomba è nello Yorkshire, in Inghilterra e ha quasi 800 anni.


sabato 5 febbraio 2022

Quale episodio bellico reputi tra i più tremendi della storia?

Crema, dicembre 1159.



La cittadina lombarda è alleata di Milano, e rappresenta una minaccia per tutte quelle città che basano la loro economia sui traffici commerciali lungo il Po.

La città di Cremona, si rivolge all’imperatore Federico I per progettare un assedio contro la città rivale. Riescono a convincerlo facendo leva sul sentimento anti milanese, dato che Milano era assai ribelle mei confronti del sovrano.

Così il sovrano cinge di assedio la città; per mesi la situazione resta invariata, dato il continuo lancio di pietre da parte dei difensori che bloccano l’avanzata delle armi d’assedio imperiali. 

In questo contesto avviene uno degli episodi più tremendi della storia militare.


L’imperatore fece letteralmente appendere alla torre d’assedio dei prigionieri cremaschi e milanesi, con l’intento di limitare gli attacchi degli assediati per non ferire i concittadini. Assiste impassibile allo scempio dei bambini legati alle macchine da guerra.

Ma I cremaschi continuano la loro strenua difesa, uccidendo molti dei prigionieri appesi. Lo storico Ottone Morena, presente all’assedio, ricorda i nomi di alcuni di quei poveri disgraziati: “Ad Alberto Russo di Crema furono spezzate le gambe, a Giovanni Garesi ruppero un braccio”.

Il macabro piano non riscuote gli effetti sperati, ma il tradimento dell’ingegnere militare cremasco consente allimperatore di avere la meglio nel gennaio del 1160.


venerdì 4 febbraio 2022

Quanto erano brutali le battaglie sul campo nel Medioevo?

Le battaglie medievali erano estremamente brutali. Immagina campi pieni di uomini con lance, spade, asce e mazze con le quali fondamentalmente cercavano di pugnalare e colpire a morte l'avversario...

D'altra parte proprio per la natura stessa dei combattimenti, si trattava di scontri molto brevi rispetto all'epoca successiva della polvere da sparo; ed anche sorprendentemente meno sanguinosi. Forse pochi sanno che durante i combattenti medievali si era tenuti a rispettare certe norme di combattimento, soprattutto fra cavalieri dello stesso rango: l'obiettivo, ove possibile, era acquisire prigionieri. In questo modo si potevano guadagnare grosse ricompense tramite riscatto. (C'era poco da guadagnare dall'uccisione di un nobile signore).

Tuttavia queste regole non valevano più quando si trattava di affrontare contadini e altri popolani (e cessarono di esistere tra i cavalieri anche più tardi durante il tardo Medioevo con l'introduzione di armi a distanza sempre più letali come l'artiglieria, le picche e gli archi lunghi).



Nella foto: come appariva il campo di Agincourt, dopo una battaglia molto sanguinosa in cui migliaia di francesi furono accerchiati, colpiti, massacrati e calpestati a morte. Comunque non tutte le battaglie medievali finivano così.


giovedì 3 febbraio 2022

Quale 'fatto' storico viene spesso ripetuto ma in verità è falso?

 


Una affermazione definita storica è quella che Lucrezia Borgia sia stata una donna senza scrupoli, avvelenatrice, lasciva e chi più ne ha più ne metta. In realtà era una povera bella ragazza che il padre, papa Alessandro VI, ed il fratello, Cesare Borgia, manovravano senza scrupoli a loro piacimento, costringendola, fra l'altro, a sposarsi con l'obbligo per il marito di non consumare le nozze, così fosse semplice annullare il matrimonio per celebrarne un altro più conveniente alla politica dei Borgia. Quando il padre la nominò governatrice di Spoleto fu accorta ed apprezzata, e successivamente, sposatasi e trasferitasi a Ferrara, per le sventure che colpirono lei e la casa ferrarese, cominciò ad indossare il cilicio, fece parte del Terz'ordine francescano, aiutò i seguaci di San Bernardino da Siena e di Santa Caterina, fondando fra l'altro il Monte di Pietà di Ferrara per soccorrere i poveri.

Morì a 39 anni, dopo una serie di parti e di aborti, per le complicazioni conseguenti ad un parto.




mercoledì 2 febbraio 2022

Un fatto storico realmente accaduto che può essere descritto come un vero e proprio paradosso

Enrico VIII re d'Inghilterra e Irlanda è un personaggio famosissimo, soprattutto per la sua vita privata diciamo, molto movimentata



Sappiamo tutti, credo, che collezionò la bellezza di 6 mogli, delle quali, più della metà, non fecero una bellissima fine.

Ma veniamo alla seconda di esse, la chiacchieratissima Anna Bolena madre peraltro di Elisabetta I.

Enrico la volle come sposa dopo essersi infatuato di lei e aver constatato che la prima moglie, Caterina d'Aragona, non le avrebbe più potuto dare un erede maschio.

Per poter sposare Anna le provò tutte ma quando il papa negò, soprattutto per convenienze politiche, l'annullamento del matrimonio con Caterina, Enrico colse la palla al balzo per staccarsi dalla Chiesa di Roma e formarsene una nuova: era così nato l'Anglicanesimo.


La Bolena viene incoronata regina ma, dopo qualche anno, anche lei sembrava impossibilitata a partorire l'agognato erede maschio al re.
Nonostante sia molto più giovane di Caterina, l'unico figlio che riesce a dare a Enrico, dopo tanti aborti, è una femmina: la futura Elisabetta I.

Intanto Enrico iniziava a stancarsi della Bolena, avendo adocchiato Jane Seymour, una delle damigelle dell'ex regina Caterina e che bazzicava ancora a corte.

L'ennesimo aborto di Anna è il pretesto che Enrico trova per sbarazzarsi anche di lei.

Il re fa torturare la levatrice che ha assistito al parto e la donna confessa che esso è un frutto del diavolo.

Enrico confeziona ad hoc l'accusa d’incesto con il fratello George. Incarica il cancelliere Cromwell per istituire un processo.
I capi d'accusa, quando si vuole, li si trovano e così Anna viene accusata anche di infedeltà coniugale e di praticare arti stregonesche.

Veien quindi arrestata, assieme a una lista di suoi supposto amanti, incluso il fratello.

Il 15 maggio – sono trascorsi solo tre anni dal giorno della sua incoronazione – una giuria ostile, e di cui fa parte anche lo zio Thomas Howard terzo duca di Norfolk, la dichiara colpevole.

Al processo fu descritta come incapace di controllare i propri “desideri carnali”.
L’imputata respinse le accuse e cercò di difendersi meglio che poté, ma il suo destino era stato già deciso ancora prima del processo.
Come strega potrebbe essere bruciata viva, come nobildonna, invece, decapitata.


Il giorno dopo la sua esecuzione, Enrico VIII si sposò con Jane Seymour.

Con la nuova legge di successione del 1536, il re dichiarò che i figli che avrebbe avuto con Jane sarebbero stati i primi nella linea di successione, che il matrimonio con Anna era da considerarsi nullo e che la figlia nata da lei, Elisabetta, era illegittima come la sorellastra Maria.
Essendo Enrico, ormai capo assoluto della sua Chiesa, fa quello che vuole e il Parlamento è pronto a obbedirgli.

La cosa curiosa, di tutta questa faccenda, è che nessuno sembra essersi accorto di un paradosso enorme.

Se il matrimonio con Anna era da considerarsi nullo (e quindi mai avvenuto) anche le accuse che portarono alla decapitazione (tradimento coniugale) sarebbero dovute cadere.

Quindi, a rigor di logica, gran parte delle motivazioni che portarono alla sua condanna a morte giuridicamente sarebbero state illegittime!
In pratica Anna fu considerata infedele nei confronti di un uomo… a cui non era mai stata sposata!