Nel Medioevo con il termine “scrofola” s’intendeva una malattia che oggi chiamano Adenite tubercolare, causata dal Mycobacterium tubercolosis.
L’infezione di questo patogeno causava l’ingrossamento dei linfonodi, che deformavano il collo e tendeva anche a creare escrescenze che fuoriuscivano della cute, colme di siero che emanavano un odore sgradevole.
Chiamata in questo modo per le deformità facciali che arrecava, faceva assumere delle fattezze che ricordavano quelle del maiale.
È una malattia che oggi si cura facilmente con antibiotici specifici, ma nel Medioevo era invalidante anche perché azzerava la vita sociale dell’ammalato.
Spesso fortunatamente queste adeniti si curavano da sole perché il corpo riusciva a reagire eliminandole, ma quando questo non succedeva l’unica vera cura riconosciuta era il “tocco del sovrano”.
Il re, essendo considerato un tramite tra il suo popolo e Dio, aveva tra i vari poteri anche quello della guarigione. Perciò si pensava che con la sola imposizione delle mani avrebbe guarito i malati.
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