giovedì 24 febbraio 2022

Come si conseguiva la laurea nelle prime università?

Nel Tardo Medioevo migliaia di giovani provenienti da tutta Europa si recavano a Bologna per studiare diritto civile.


Nei primi anni ci si limitavano a seguire le lezioni senza dover sostenere esami, mentre a partire dal sesto anno iniziarono le prove obbligatorie per chi voleva ottenere un titolo.

Ad esempio bisognava tenere una lezione ai compagni, cui era vietato porre domande. In seguito le prove diventarono sempre più impegnative: gli studenti dovevano tenere lezioni complesse, rispondere a varie domande, affrontare dibattiti con i professori.

In seguito chi desiderava laurearsi si rivolgeva al rettore, che controllava fosse tutto in regola (pagamenti, anni di frequenza). Poi lo studente doveva sostenere un colloquio con un professore a sua scelta che, in caso di esito positivo, diventava il suo promotore per i due esami finali, uno privato e uno pubblico.



L'esame privato, secondo gli studenti, era una “prova tremenda e rigorosa”. Allo studente veniva assegnato un argomento casuale su cui doveva prepararsi per qualche ora insieme al suo promotore.

Veniva quindi interrogato da una commissione ed era promosso solo se convinceva la maggioranza dei professori, che votavano scrivendo “approbo” o “reprobo” su un foglietto.

L'esame pubblico invece consisteva in una cerimonia: lo studente doveva esporre un argomento a piacere nella cattedrale e veniva proclamato “dottore” davanti a un folto pubblico di amici e parenti.


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