venerdì 28 gennaio 2022

Quale generale iniziò a pregare vedendo un bottino di guerra?

Gli Etruschi rimasero per anni una spina nel fianco dei Romani. In particolar modo la potente Veio, che per secoli fu in grado di bloccare l’espansione di Roma verso nord.



Data la sua posizione strategica, la città si era dimostrata avversario irriducibile contro cui tutti gli assedi romani si erano dimostrati vani.

Tutto cambiò nel 396 a.C., quando il dittatore Furio Camillo ordinò la costruzione di una galleria che doveva arrivare nel cuore della rocca nemica.

Terminata l’opera, il grosso dell’esercito venne impiegato per un attacco frontale, mentre un piccolo contingente di armati si sarebbe infiltrato verso la galleria per attaccare il nemico alle spalle.

E così avvenne; ogni resistenza ben presto venne meno. La città fu conquistata e il bottino raccolto immenso.

Livio ricorda:

Non appena Camillo ebbe sotto gli occhi il bottino levò le mani al cielo pregando perché, se a qualcuno degli dèi e degli uomini sembrava eccessiva la fortuna toccata a lui e al popolo romano, fosse consentito di placarne il risentimento”.


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