Il cottìo era un’antica tradizione romana, propria del periodo natalizio. La parola deriva dal latino medievale coctigium, “quotidianamente”.
A Roma (ma non solo) la vigilia di Natale era caratterizzata dal fatto che sin dalle prime luci del 23 dicembre e fino alla mezzanotte era tradizione recarsi al mercato del pesce. Questo perché il 24 dicembre la tradizione cristiana impone la rinuncia a tutto ciò che in cucina prevede l’uso di carni e derivati, indirizzando perciò tutto il popolo sul pesce.
Perciò i venditori organizzavano una vendita all’asta del pesce, e questa occasione veniva chiamata dai romani cottìo. Il mercato durante questa occasione brulicava di gente benestante che ostentava le proprie ricchezze.
I popolani erano anche presenti, ma inizialmente non erano parte attiva della compravendita, bensì godevano dello spettacolo di un ambiente allegro, colorato e rumoroso. Solo quando i facoltosi abbandonavano il mercato, compravano il pesce rimasto a buon mercato.
Coloro che si recavano al cottìo senza avere purtroppo la possibilità di acquistare, ricevevano solitamente un cartoccio di pesciolini fritti, di tradizione offerto dagli stessi venditori del pesce.
Oggi il cottìo non esiste più: già dal XIX secolo questa pratica andò spegnendosi.
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