giovedì 28 aprile 2022

Per molti i lancieri battono sempre la cavalleria, la cavalleria batte gli arcieri e gli arcieri battono i lancieri. C'è qualcosa di vero in questa specie di "sasso, carta, forbici" della guerra medievale?

La risposta è semplice. Dipende da un'infinità di fattori, varianti e circostanze. Andiamo con ordine. Se parliamo di guerra medievale dobbiamo parlarci chiaro, alcuni erano professionisti (mercenari e cavalieri ed i loro uomini d'arme) e combattevano o si esercitavano quasi ogni giorno. Vi erano poi le milizie cittadine. Le milizie potevano avere sia i balestrieri italiani, i ricchi commercianti in armatura sui loro destrieri, i contadini con l'elmo del nonno che gli sta largo e il vecchio veterano più volte richiamato per la guerra. Gli arcieri inglesi ad esempio erano professionisti ben pagati, ma magari vengono da famiglie di cacciatori (usare un longbow richiede una pratica e una forza fisica notevole, non ci si improvvisa) come un balestriere italiano che magari era un calzolaio, ma ogni domenica con il reparto del suo rione si addestra a fare squadra e utilizzare il pavese e a velocizzare il processo di ricarica.



Questi tuttavia erano una minoranza e una ancora maggiore lo erano i cavalieri veri e propri con titolo, investitura e rendita per farlo a tempo pieno (sono paragonabili ai Navy Seal odierni). Cominciamo con la risposta vera e propria. Gli arcieri contro i lanceri. Esempio: battaglia di hastings. I lanceri di Aroldo II fanno un muro di scudi che rende inefficace il tiro degli arcieri di Guglielmo (erano truppe di leva, gli huskarli, l'elite sassone combatteva con l'ascia danese a due mani e avevano cotte di maglia per difendersi) poi, per farla in breve, i Normanni fingono di fuggire, vengono inseguiti dalle milizie, si girano (i Normanni combattevano a cavallo) e li falciano. Quindi la cavalleria ha battuto i lanceri (seppur non professionisti) e gli arcieri non hanno quasi sortito effetto. La Battaglia di Legnano ora è un esempio quasi opposto, i cavalieri della lega lombarda (quasi tutti cittadini ricchi, ma che non passavano la loro vita a combattere) vengono messi in fuga dai cavalieri del Barbarossa, tutti con titolo e che non facevano altro da quando avevano 8 anni. Questi terribili soldati caricano i fanti milanesi (quasi tutti bottegai, contadini e braccianti) restano fermi alla carica nemica, ne assorbono l'impatto e li surclassano con il numero molto maggiore. Qui dei fanti dilettanti hanno sopraffatto cavalieri esperti.

La battaglia di san't Albans, quasi nel Rinascimento ha visto il fulmineo attacco dei Neville e del duca di York che hanno preso una cittadina piena di arcieri grazie alla velocità delle loro cavalcature, proprio come ad Azincourt gli arcieri inglesi massacrarono i cavalieri francesi. Naturalmente ho portato esempi per dimostrare che l'addestramento delle truppe (i quadrati svizzeri fermavano ogni cavalleria pesante, fino a quando Giovanni de medici non usò cavalleria leggera) , l'abilità del comandante ( Corrado di Monferrato ferma il Saladino abbastanza a lungo da permettere l'arrivo dei rinforzi crociati) o la sua inettitudine ( Guido da Lucignano), il tipo di lealtà (mercenari o vassalli e cittadini) e alleati fidati ( a Campaldino alcune forze ghibelline appena videro che la situazione era difficile si ritirarono senza combattere) rendevano un esercito efficente. Trai le tue conclusioni, spero di non essere stato tedioso e di aver risposto adeguatamente


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