Questo è un piccolo esame. Riesci a leggere il testo seguente, in maniera chiara e corretta?
Miserere mei, Deus:
secundum magnam misericordiam tuam.
Et secundum multitudinem
miserationum tuarum, dele iniquitatem meam.
Amplius lava me ab
iniquitate mea: et a peccato meo munda me.
Ci sei riuscito? Allora congratulazioni. Sì, perché sei appena stato accusato di un crimine e, secondo le leggi medievali inglesi, solo riuscendo a dimostrare di riuscire a leggere queste parole in latino, puoi salvarti da una (qualsiasi) condanna di alto tradimento. Se hai passato il test, sei stato assolto.
Non è necessario che tu comprenda quelle parole (provengono dal Salmo 50 della Bibbia, e la prima riga si traduce: O Dio, abbi misericordia di me). Devi solo essere capace di LEGGERLE.
Questa regola, conosciuta come "Beneficio del Sacerdozio" è stata stabilita nel 1172 e si è poi formalizzata come test di cultura nel 1351. Si continuò ad utilizzarla fino al 1706, finché fu abolita del tutto. L'idea dietro questa pratica era piuttosto semplice: solo gli ecclesiastici erano colti e letterati, quindi se fossi stato in grado di leggere quel testo, avresti dimostrato legalmente di essere un prete o un monaco. I membri del clero erano esclusi dalla giurisdizione della corte reale e, quindi, erano esenti dalle punizioni più severe.
Detto questo, per rispondere alla tua domanda, nell'Alto Medioevo si dava per scontato che i cavalieri non potessero leggere. Se sapevano leggere, significa che erano preti.
La verità, comunque, è un po' più sfumata. Ci sono molte fonti nelle cronache di quei tempi che attestano che nobili, re e cavalieri sapevano leggere e scrivere –sebbene non era una cosa tipica e, quando accadeva, era un fatto ritenuto degno di nota–. Per esempio, Il re Enrico I d'Inghilterra lasciò tutti a bocca aperta quando lesse una lettera diplomatica da parte dello stesso re di Francia, invece che lasciare che fosse un suo segretario a leggerlo ad alta voce per tutti. Geoffrey, Conte di Angiò, possedeva una copia del manuale militare Romano De Re Militari di Vegezio. Se lo portò con sé durante una campagna militare, in modo che potesse leggerlo e consultarlo.
L'autore medievale Jean Froissart presenta una copia del suo ultimo libro al re Riccardo II d'Inghilterra.
Una stima che avevo letto tempo fa, attesta che nel 1300 solo il 6% della popolazione era colta. Nelle città e nei grandi villaggi questa cifra poteva raggiungere il 20%, una persona su cinque quindi; in questi posti d'altronde, vivevano numerosi mercanti, contabili, avvocati e giudici. Invece, nei piccoli villaggi rurali – dove viveva la maggior parte delle persone – il numero di persone letterate era molto più basso.
Bada bene che sono numeri che si riferiscono all'Inghilterra, anche se la situazione non doveva essere poi così diversa altrove, in particolare nell'Europa Occidentale. Nel mondo mediterraneo, specialmente in Italia, con le sue città mercantili, i livelli di alfabetizzazione erano più alti. Nel 1304 la città di Genova possedeva 15 scuole indipendenti (indipendenti dalla Chiesa s'intende); qui si insegnava a leggere e scrivere, per lo più ai figli della classe mercantile.
Alfabetizzazione, comunque, è un termine piuttosto vasto. Chi sapeva leggere alcuni passaggi della Bibbia o riusciva a interpretare le liste dell'inventario delle merci, avrebbe potuto comunque avere difficoltà a capire testi più tecnici, trattati scientifici, o semplici poesie. Sembra anche che nel Medioevo molte persone sapevano leggere, ma non erano in grado di scrivere.
Per i membri dell'Aristocrazia, cavalieri inclusi, l'alfabetizzazione era considerata una mera virtù, ma non un'abilità utile a fini pratici. Se sapevi leggere, potevi capire la Bibbia, conoscere le vite dei Santi, oppure riflettere sui lavori di filosofia e le scienze naturali (avresti anche potuto leggere romanzi medievali equivalenti a quelli moderni, che erano molto popolari all'interno di alcune cerchie – ad esempio la Regina Isabella, figlia di Filippo IV di Francia, possedeva ben 10 di questi romanzi –). Comunque, per la contabilità, molti mercanti avrebbero preferito assumere appositi commercialisti.
I contratti sarebbero stati per lo più espressi a voce, accompagnati da giuramenti sacri: un prete o un notaio sarebbero stati pagati per rifinire i dettagli e riportarli su alcuni manoscritti. A volte, il contratto veniva semplicemente strappato in due parti, ciascuna delle quali veniva data ai diretti interessati. In caso di una disputa, avrebbero unito i fogli per vedere se le estremità combaciassero (nota: alle parti in contesa non interessava nemmeno leggere il contratto).
Leggere era anche un'attività piuttosto comunitaria. Su 10 persone, solo una sarebbe stata in grado di leggere, quindi avrebbe potuto farlo ad alta voce, in una sala o in una piazzetta davanti a tutte le altre persone presenti.
Nel XIV e nel XV secolo, l'istruzione cominciò a diffondersi; nel 1500 il tasso di alfabetizzazione relativo all'Inghilterra era probabilmente il doppio di quello che c'era stato due secoli prima. Le testimonianze storiche parlano di nobili che possedevano dozzine di libri - una statistica impressionante se si considera che ogni libro doveva essere copiato a mano. Le corti iniziarono a tenere registri scritti - anche i tribunali dei più umili villaggi cominciavano a scrivere i loro lavori alla fine di questo periodo storico; spesso si scrivevano mischiando l'Inglese e il Francese Normanno in maniera piuttosto confusa. Famiglie nobili come i Paston di Norfolk si scambiarono innumerevoli lettere. Persino un cavaliere delinquente come Sir Thomas Malory – famoso rapinatore, stupratore, rapitore e ladro di cavalli – trovò il tempo di scrivere un libro mentre era in prigione. È ancora in stampa oggi.
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