giovedì 28 ottobre 2021

Il duello più idiota della storia

Ne riporterò uno che mi è rimasto impresso non per la spettacolarità o per la stravaganza, ma per le conseguenze, che portarono ad una carneficina, e il futile pretesto usato in questa strage.

La storia è vecchia: due nobiluomini, probabilmente per una donna. Un duello tra i Mignons, i femminelli del re, giovanotti leziosi di corte, che intrattenevano e si intrattenevano con il re.


Il duello dei Mignons, incisione di fine XIX secolo


Il nobile Quelus (o Caylus), che faceva parte dei Mignon del re, provocò un altro Mignon, detto Entraguet, alla vista di quest'ultimo uscire dalla stanza della dama. Quest'ultimo gli diede del mentitore, quindi Quelus ebbe gioco facile ad invitarlo alla tenzone. Bisogna dire che anche le "fazioni" a cui appartenevano i duellanti erano rivali o comunque ostili tra loro. I Mignons erano i cortigiani del Re, ma vi era una fazione legata al duca di Angiò, fratello di Enrico III, e l'altra era protetta dal duca di Guisa, lo Sfregiato, potente e influente nobile .

Il duello si svolse il 27 Aprile 1578, sulla strada per il vecchio ostello, poi Parc des Tournelles, vicino alla Bastiglia, dove di solito ci si trovava per queste faccende, alle cinque di mattino. (Oggi si troverebbe in Place des Vosges.) I padrini si avvicinarono e Ribérac, dalla parte di Entraguet, espresse il desiderio (soprattutto del duca di Guisa), di risolverla senza spargimento di sangue. Al che Maugirac, il padrino di Quelus rifiutò altezzosamente, più volte. I due padrini vennero alle lame, prima ancora dei loro amici duellanti, che comunque erano già in procinto di battersi. Bisogna ricordare che tutti i presenti non avevano protezioni di sorta, quali corpetti o cotte.

Ribérac mise mano alla spada e trafisse al petto il suo rivale, il quale accasciandosi dopo pochi scambi, cadde con la spada tesa in alto, che trafisse la gola del padrino di Entraguet, per pura sfortuna. Maugirac morì subito, mentre l'altro il giorno dopo, a mezzogiorno.

Anche gli altri secondi, si affrontarono a suon di stoccate. Dalla parte di Entraguet, Schomberg, un francotedesco abile, e dall'altra il signore di Livarot, Guy d'Arce; quest'ultimo era provvisto di spada e main gauche, daga d'accompagnamento alla spada, che di solito veniva usata appunto con la mano sinistra. Schomberg, più capace, mise alle strette d'Arce e deturpò quest'ultimo con un mandritto (colpo dato all'interno, con la spada all'altezza del viso), infliggendogli una brutta ferita sulla guancia sinistra. D'Arce infuriato incalzò il rivale abbastanza scompostamente ma con forza, riuscendo a ferire mortalmente il francotedesco al cuore, che morì immediatamente. Livarot invece rimase convalescente per sei settimane.

I due "veri" duellisti si affrontarono, Quelus con la sola spada ed Entraguet con spada e daga. Il primo si lamentò del fatto che il rivale aveva un' arma in più, ma l'altro sottolineò che era perfettamente lecito portare le due armi, poiché erano entrambe parte dell'armamentario da duello, e che era peggio per Quelus se era stato tanto sciocco da dimenticarsi a casa la main gauche. Cosa che in effetti si rivelò fatale, dato che Entraguet soffrì solo un taglio al braccio all'inizio dello scontro, mentre Quelus, che dovette parare le stoccate con le braccia, morì dopo trentatré giorni, il 29 maggio, per una delle diciannove ferite che l'altro gli inflisse. Tra l'altro, questo duello segnò l'importanza della daga, che anche in Spagna e in Italia si usavano con mortale disinvoltura, all'epoca; gli unici due sopravvissuti al duello erano coloro che avevano usato le due armi contemporaneamente.

Comunque, Quelus si rifiutò di fare il nome dell'autore delle sue ferite, fino alla morte. Per questo ed altri motivi, l'origine prettamente "politica" del duello sembra essere errata; io riporto comunque la divisione in fazioni, perché vi sono varie fonti, e non tutte concordi sulla causa del duello, che comunque appare futile.

Quindi, in un duello, quattro morti su sei, uno sfregiato e un ferito lieve. Mica male, eh?

Ma non è finita. Entraguet, che aveva ucciso uno dei favoriti del Re, riparò presumibilmente presso il duca di Guisa, che più tardi intercedette per la sua grazia. Livarot, il nobile sfregiato, cadde in disgrazia a corte, a causa della sua deturpazione, che gli dava una specie di ghigno innaturale sulla parte sinistra del volto. Prima era un Mignon di bell'aspetto, poi veniva schernito anche dallo stesso re. Livarot divenne più irascibile e ombroso, e nel 1581, due/tre anni dopo il casino con Quelus, ricadde nel vizio del duello, a Blois e con un altro giovane che rivolse delle parole a quella che Livarot considerava la sua bella. Il giovane in questione, (Antoine de Hallwin-Maignelay, figlio del marchese di Pienne), però, era appena rientrato dall'Italia; dove aveva potuto studiare, tra le altre cose, la scherma con il maestro Docciolini, che era stato allievo di Achille Marozzo, un importantissimo studioso dell'arte della spada.

L'1 maggio 1581, presso il castello di Blois e dopo pochi scambi, il giovane trafisse fatalmente Livarot al cuore (con una stoccata di cartoccio, tirando al fianco scoperto); il palafreniere di quest'ultimo, però, uccise il giovane pugnalandolo alla schiena con la daga. Il secondo del giovane stordì l'aggressore, che venne impiccato, mentre declamava orgogliosamente il suo gesto.

La storia di un duello evitabile sin dall'inizio, che portò alla morte di sette persone, tra conseguenze dirette e indirette. Non ho parole, quando leggo queste cose. Risolvere le cose con la violenza più cieca, per nulla. Avessero almeno fatto a cazzotti, nessuno sarebbe morto. Forse. Data la follia dei contendenti, non ci giurerei.


mercoledì 27 ottobre 2021

Quale inaspettata e ingloriosa fine fecero 60 nobili nel 1184?

Nel medioevo, la casta dei nobili era fortemente disprezzata dal popolo, in molti sognavano di seppellire i potenti sotto una “pioggia di merda”. Nel 1184 a Erfurt in Germania, accadde qualcosa di simile. All’epoca era in corso una faida tra Ludovico III di Turingia e l’arcivescovo Corrado di Magonza. Una schermaglia che si protrasse nel tempo e che causò parecchi problemi al re Enrico VI.

Quando il re si trovò ad attraversare la regione per condurre una campagna militare in Polonia, decise di fermarsi a Erfurt per convocare gli interessati e mettere fine alla disputa. All’evento che si tenne il 25 di luglio, furono invitati moltissimi nobili del Sacro Romano Impero. Vennero fatti accomodare all’interno di un salone il cui pavimento di legno copriva una profonda latrina. Le persone all’interno erano davvero troppe. Il pavimento si ruppe e gli occupanti precipitarono al piano sottostante dell'edificio. Ben 60 persone annegarono letteralmente nel liquame. Una fine ingloriosa per coloro che avevano il sangue blu nelle vene.



martedì 26 ottobre 2021

Di cosa erano fatti i dardi della balestra medievale?

Le aste delle frecce medievali della balestra erano fatte dello stesso materiale delle frecce per gli archi a mano; legno, bambù, canna o metallo.

Erano impennati di piume, legno sottile e carta / pergamena rigida.




Le punte erano fatte di osso, corno, pietra e metallo. La testa a sezione quadrata (all'estrema sinistra), e spesso era fatta cosi anche l'intera freccia / bullone.



Le balestre europee utilizzavano archi più corti (pungoli) con allunghe più corte e colpi potenti. I dardi erano più corti, ma spesso altrettanto pesanti o più pesanti, delle frecce più lunghe usate con gli archi a mano. Il colpo di potenza più breve significava che ci voleva un peso molto più pesante per eguagliare la portata e la potenza di penetrazione di un arco a mano. Un dardo da 87 grammi da una balestra da 568 kg ha una portata e una potenza leggermente inferiori rispetto a una freccia da 87 grammi da un arco lungo da 68 kg.

L'arciere può tirare 30 frecce in 5 minuti, il balestriere circa 10. Il balestriere è più facile da addestrare. Ci vuole un uomo forte per usare un arco lungo pesante. A un bambino o una donna può essere insegnato a usare una balestra con un meccanismo di armamento meccanico (verricello o cranequin).




La balestra asiatica utilizzava pungoli e dardi più lunghi con colpi di potenza molto più lunghi.


Grandi e pesanti balestre a ripetizione erano montate su pareti, carri e persino navi. Di seguito è mostrata una grande balestra a ripetizione coreana montata su una nave.


lunedì 25 ottobre 2021

Qual è un'antica usanza regale oggi dimenticata?

Succhiare i capezzoli del re.

Sì, avete letto bene. Non della regina (che sarebbe stato forse più comprensibile), ma del re. Nell'antica Irlanda, succhiare i capezzoli di un re era un gesto di sottomissione. Il re offriva i suoi capezzoli ai suoi sudditi nobili e loro li succhiavano in segno di obbedienza.

Ai re deposti venivano invece brutalmente tagliati come gesto per detronizzarli e renderli incapaci di mantenere la regalità.



domenica 24 ottobre 2021

I cavalieri usavano mai gli scudi? Che senso aveva, data la loro armatura?

Dipende dall'Era. I Late Knights non usavano scudi a causa della loro buona armatura. I primi cavalieri avrebbero usato gli scudi perché non avevano ancora un'armatura a piastre.

cavaliere, XI secolo:



Successivamente sono cambiati.

Cavaliere Ospitaliere, XII-XIII secolo:



Inizio-metà del XIV secolo:


Fine XIV-XV secolo:



sabato 23 ottobre 2021

Una delle esecuzioni più terrificanti della storia

L'inviato ottomano in Romania si lamentò dell'odore a Vlad Dracula Tepes così quest'ultimo gli tagliò il naso prima di infilzarlo su un palo più lungo degli altri nel campo degli impalati in modo che fosse più alto e quindi meno infastidito dall'odore...



venerdì 22 ottobre 2021

Cos’è la pera dell’angoscia?

Nell’Europa del Medioevo esistevano diversi metodi di tortura, uno dei quali era la pera dell’angoscia. Prende il nome dalla sua forma a pera, questo era uno dei dispositivi di tortura più comuni utilizzati durante questo periodo storico. Questo strumento medievale viene anche chiamato pera choke.



La pera dell’angoscia è di metallo, costituita da quattro segmenti a forma di foglia che si affiancano a forma circolare, formando così la forma a pera. All’estremità dell’impugnatura dello strumento c’è una vite che apre queste strutture. Questo è il processo che infligge il dolore alla vittima.